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LEZIONI DI TOLLERANZA ALL’UNIVERSITÀ.

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Una ‘queer week’. Sarà questo il progetto che un gruppo autonomo di studenti e studentesse (alcuni dei quali già attivisti nel collettivo post-femminista “Laboratorio Le Antigoni” e nel collettivo LGBT “La Mala Educacion”) ha in programma di organizzare presso l’Università d’Annunzio di Chieti-Pescara.

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Il programma sarà intitolato “Primavera Queer” e in Abruzzo sarà la prima iniziativa di approfondimento sugli studi di genere e la Queer Theory, ancora poco conosciuta in Italia, ma molto diffusa nel mondo anglosassone. L’obiettivo sarà quello di dare una risposta a certe domande che per molti italiani costituiscono ancora un tabù. Quando nasce l’omosessualità? E l’identità eterosessuale? Cosa sono il ruoli di genere? Chi sono le persone intersessuali e transessuali? Qual è la differenza tra sesso e genere? Quali solo le origini delle categorie oppositive uomo-donna, eterosessuale-omosessuale?

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L’approccio sarà multidisciplinare, passando dalla psicologia alla medicina fino ad approdare alla linguistica e alla sociologia. Dal 5 al 9 maggio 2014, con una giornata introduttiva il 28 aprile 2014, docenti, autori e autrici, noti anche a livello internazionale, si alterneranno in una sei giorni di seminari di approfondimento e laboratori pratici. Interverranno personalità del mondo accademico come Marco Pustianaz (Università del Piemonte Orientale), Laura Corradi (Università di Cosenza) e Rachele Borghi (della Sorbonne di Parigi), oltreché individualità e collettivi provenienti dalla militanza LGBTQ come Renato Busarello del Laboratorio ‘Smaschieramenti’, noto collettivo queer bolognese, Porpora Marcasciano del MIT (Movimento di Identità Transessuale) e BellaQueer di Perugia. Gli ospiti si alterneranno all’interno del campus di Chieti Scalo, tra il Rettorato e gli spazi dell’ex Facoltà di Lettere per analizzare alla radice le cause culturali e sociali delle discriminazioni e delle violenze di genere.

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La “Primavera Queer” sarà soprattutto un momento di autoformazione: un’occasione di incontro e discussione rivolto a tutti gli studenti e le studentesse dell’università.
Il progetto, presentato al bando 2013/2014 per le attività sociali e culturali degli studenti dell’Università d’Annunzio, è stato selezionato e finanziato tra tanti altri.

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Oggi, martedì 1 aprile, dalle ore 10:30, presso il piazzale della ex Facoltà di Lettere, è stata convocata una conferenza stampa durante la quale sarà illustrato il programma dettagliato dell’evento e saranno date ulteriori informazioni.

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Noi di BlogNomos diffondiamo con piacere questa notizia, nella speranza che iniziative di questo tipo vengano presto assunte anche in altre realtà accademiche, convinti che un’informazione sana e consapevole possa portare al definitivo superamento della paura del ‘diverso’ che isola ingiustamente una larga fetta di popolazione e giunge alla negazione di taluni diritti civili che, sebbene scontati all’interno delle famiglie tradizionali, restano ancora la meta da raggiungere in ambito LGBTQ. Il che inevitabilmente allontana il nostro bel Paese dall’Europa e dall’occidente più evoluto, avvicinandoci, peraltro, alla Russia di Putin e a certe realtà dove l’omosessualità è ancora un reato. Perché indifferenza, negazione e silenzio costituiscono, comunque, una condanna che la società infligge in virtù del ‘peccato originale’ di essere omosessuale.

Andrea Serpieri per

BlogNomos

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Il Governo Renzi presenta il suo disegno di legge di riforma della Costituzione.

 

 

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di Germano De Sanctis

Il Consiglio dei Ministri del 31 marzo ha approvato all’unanimità il disegno di legge costituzionale sulla riforma del bicameralismo perfetto e del Titolo V della Costituzione. Il Governo ha tenuto a precisare che testo in questione non è blindato, né, tanto meno, definitivo, in quanto il confronto con i Comuni e le Regioni è ancora in corso relativamente ad alcuni elementi.
Il testo licenziato dal Governo presenta diverse novità rispetto alla bozza presentata lo scorso 12 marzo.

Il superamento del bicameralismo perfetto.

Il bicameralismo perfetto è stato uno dei principi fondanti dell’ingegneria costituzionale al momento della redazione della Carta Costituzionale. Infatti, i padri costituenti, temendo un nuovo colpo di Stato come quello operato dai fascisti nel 1922, hanno previsto la creazione di due assemblee rappresentative dotate di poteri legislativi perfettamente speculari, la Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica, in modo da rendere più difficile un attentato alle istituzioni democratiche. Infatti, vi era la convinzione che sarebbe stato più difficile reinstaurare una dittatura, dovendo assumere il controllo di due assemblee rappresentative diverse soltanto nella composizione e nelle modalità elettive.
Oggi, tali timori paiono superati dopo sessantasei anni di vigenza della Costituzione e di esistenza delle istituzioni repubblicane. Anzi, da tempo, molti commentatori ritengono che il bicameralismo perfetto rappresenti, ormai, un inutile fardello capace solo di rallentare la produzione degli atti legislativi. La riforma presentata dal Governo si inserisce nell’alveo di questa corrente interpretativa.
Infatti, il disegno di legge di revisione costituzionale delinea un nuovo sistema bicamerale differenziato, ove soltanto la Camera dei Deputati ha il potere di dare il voto di fiducia al Governo. Inoltre, la Camera dei Deputati si vede riconosciuto il potere di esercitare le funzioni di:

  • indirizzo politico ;
  • attività legislativa ordinaria;
  • controllo dell’operato del Governo.

Invece, per quanto concerne, il Senato della Repubblica, esso muterà anche la sua denominazione in “Senato delle Autonomie”, al fine di sottolineare il forte legame che il nuovo organismo di rappresentanza avrà con le Regioni ed i Comuni.
Il Senato delle Autonomie è inteso come un organo rappresentativo delle istituzioni territoriali, che partecipa alla funzione legislativa in un’ottica di razionalizzazione del procedimento legislativo, scevra di ogni duplicazione delle competenze tipica del bicameralismo perfetto.
Coerentemente con tale ultima affermazione, il disegno di legge in questione prevede che, salvo i casi di leggi di revisione costituzionale e di leggi costituzionali (che rimangono di competenza di entrambe le Camere), tutte le leggi sono approvate esclusivamente dalla Camera dei Deputati.
Tuttavia, per quanto concerne le funzioni legislative, visto il forte legame esistente tra le istituzioni territoriali ed il Senato delle Autonomie, quest’ultimo può, in alcuni ambiti di interesse delle autonomie territoriali, esprimere proposte di modifica che possono essere superate soltanto da un voto della Camera dei Deputati espresso attraverso un quorum rafforzato della maggioranza assoluta dei suoi componenti. Le materie oggetto di questa specifica previsione di tutela degli interessi delle istituzioni territoriali sono le seguenti:

  • l’ordinamento, gli organi di governo, la legislazione elettorale e le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città Metropolitane ;
  • le norme generali sul governo del territorio e l’urbanistica ;
  • il sistema nazionale ed il coordinamento della Protezione civile ;
  • le modalità di partecipazione di Regioni e Province Autonome alle decisioni in materia comunitaria ed internazionale;
  • il coordinamento Stato-Regioni in materia di immigrazione, ordine pubblico e tutela dei beni culturali e paesaggistici;
  • la disciplina della finanza regionale e locale;
  • il sistema di elezione e i casi di ineleggibilità e incompatibilità dei membri degli organi regionali.

Al di là di questo elenco di competenze specifiche, è riconosciuto in capo al Senato delle Autonomie il potere di esprimere un parere su ogni progetto di atto normativo o documento all’esame della Camera dei Deputati. Inoltre, il Senato delle Autonomie ha la facoltà, con deliberazione adottata a maggioranza assoluta dei suoi componenti, di richiedere alla Camera dei deputati di procedere all’esame di un disegno di legge.
Relativamente, invece, alle, funzioni non legislative del Senato delle Autonomie, così come è previsto nel testo vigente della Costituzione, esso ha la competenza in materia di:

  • elezione e giuramento del Presidente della Repubblica ;
  • messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica;
  • elezione di un terzo dei componenti il Consiglio Superiore della Magistratura;
  • elezione di due dei cinque giudici costituzionali di nomina parlamentare.

Infine, il superamento del bicameralismo perfetto si rileva plasticamente nell’introduzione della previsione di una corsia preferenziale alla Camera dei Deputati per l’approvazione in tempi certi, al massimo entro sessanta giorni, di alcuni provvedimenti che il Governo ritiene prioritari. In altri termini, viene rafforzato il ruolo del Governo in Parlamento, prevedendo l’introduzione dell’istituto del voto a data certa, in base al quale il Governo può chiedere alla Camera dei Deputati di deliberare che un disegno di legge sia iscritto con priorità all’ordine del giorno e sottoposto alla votazione finale entro sessanta giorni dalla richiesta. Appare evidente che siamo di fronte ad una norma che, se approvata, modificherà gli equilibri tra potere esecutivo e potere legislativo in sede di dialettica parlamentare.

La preoccupazione che un simile potere comprometta eccessivamente gli equilibri trai poteri dello Stato ha suggerito l’introduzione di un adeguato contrappeso, rappresentato dalla previsione normativa che introduce nuovi limiti alla decretazione d’urgenza da parte del Gorverno.

La riforma del Senato.

Il numero dei eletti al Senato delle Autonomie è di 148, alcuni nominati dal Presidente della Repubblica, altri espressi dalle autonomie territoriali.
Il Presidente della Repubblica nomina 21 Senatori, scegliendoli tra coloro che abbiano onorato l’Italia per meriti in campo sociale, artistico, letterario o scientifico. Tali Senatori sono nominati, utilizzando i medesimi stessi criteri attualmente in uso per nominare i senatori a vita. I Senatori di nomina presidenziale restano in carica sette sette anni e non hanno diritto ad alcuna indennità. Nessun cambiamento è previsto relativamente ai Senatori a vita.
Invece, per quanto concerne gli altri 127 Senatori, essi non sono più eletti, ma vengono paritariamente nominati dalle Regioni e dai Comuni. I 127 Senatori espressione delle autonomie locali restano in carica fino alla fine del loro mandato locale e non ricevono alcuna indennità. Venendo ad un esame più dettagliato, i Senatori espressione delle autonomie territoriali sono i seguenti:

  • i Presidenti delle Giunte Regionali e delle Province di Trento e Bolzano;
  • i Sindaci dei Comuni capoluogo di Regione e di Provincia Autonoma;
  • due consiglieri regionali eletti tra i componenti del Consiglio Regionale di ogni singola Regione (con voto limitato);
  • due sindaci eletti tra i Sindaci di ogni singola Regione (con voto limitato).

Al momento nulla è detto, ma nemmeno escluso, circa un sistema di elezione con rappresentatività proporzionale al numero degli abitanti di ogni singola Regione.
Vista la complessità di quest’ultime previsioni, il disegno di legge di revisione costituzionale rinvia la definizione dei dettagli procedurali ad una specifica legge di attuazione costituzionale.
Risulta interessante evidenziare il fatto che i Senatori espressi dalle autonomie locali eserciteranno tale incarico in virtù di un sistema duale di nomina:

  • nomina automatica per Presidenti delle Giunte Regionali, i Sindaci delle città capoluogo di Regione e per quelli delle Province Autonome di Trento e Bolzano;
  • elezione di secondo grado per i Consiglieri Regionali ed i Sindaci di città non rientranti nella precedente tipologia.

L’abolizione del CNEL.

Il disegno di legge costituzionale prevede l’abolizione del CNEL, ritenendolo, oggigiorno, incapace di corrispondere a quelle esigenze di raccordo con le categorie economiche e sociali, che ne avevano originariamente giustificato l’istituzione.

La riforma del Titolo V della Costituzione.

Il disegno di legge costituzionale si sofferma anche sulla revisione del Titolo V della Costituzione che è già stato oggetto di una controversa riforma ad opera delle Legge Cost. n. 3/2001.
In primo luogo, è prevista la modifica dell’art. 114 Cost. con l’abolizione delle Province. In secondo luogo, si persegue l’obiettivo di razionalizzare le competenze fra Stato e Regioni, attraverso la totale riscrittura dell’art. 117 Cost., con l’eliminazione delle materie per cui è attualmente prevista la legislazione concorrente tra Stato e Regioni.
La scelta di eliminare la legislazione concorrente è dettata dalla necessità di definire un sistema di governo multilivello più ordinato ed in grado di bilanciare gli interessi nazionali, regionali e locali , nonché idoneo ad assicurare efficaci politiche di programmazione territoriale coordinate, senza i contenziosi istituzionali che sono “fioriti” negli ultimi anni. Di conseguenza, è apparso necessario prevedere il superamento dell’attuale frammentazione del riparto delle competenze legislative tra Stato e Regioni, attraverso l’allargamento dell’elenco delle materie di competenza statale esclusiva. Secondo il disegno di legge di revisione costituzionale, sono materie di esclusiva competenza statale, tra le altre:

  • il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario ;
  • le norme generali sul procedimento amministrativo e sulla disciplina giuridica del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche ;
  • l’ordinamento scolastico, l’istruzione universitaria e la programmazione strategica della ricerca ;
  • l’ordinamento di Comuni, Città Metropolitane ed enti di area vasta ;
  • il commercio con l’estero, l’ambiente, l’ecosistema, i beni culturali e paesaggistici;
  • le norme generali per la tutela e sicurezza del lavoro.

In contrapposizione alle scelte legislative operate dalla Legge n. 59/1997 (c.d. “Legge Bassanini”) e dalla citata Legge, Cost. n. 3/2001, le quali definivano come “residuali” le competenze legislative statali, il disegno di legge di riforma costituzionale in questione prevede prioritariamente le materie di competenza esclusiva statale, per, poi, specificare che quelle non rientranti in tale ambito di competenza sono da annoverarsi, in forma residuale, nell’ambito della competenza esclusiva regionale.
Tuttavia, la riforma in questione prevede, altresì, una “clausola di supremazia statale”, la quale riserva allo Stato il potere d’intervenire anche sulle materie di competenza regionale. Tuttavia, quest’ultima norma è stata “controbilanciata” da un ulteriore previsione normativa che dispone la possibilità in capo allo Stato di delegare, anche temporaneamente, alle Regioni la funzione legislativa nelle materie di propria competenza esclusiva.

I tempi della riforma.

Come è noto, il processo di approvazione di una legge costituzionale è molto lungo e prevede che la legge sia approvata con una maggioranza semplice da entrambi i rami del Parlamento una prima volta. Poi, a distanza di tre mesi, lo stesso testo deve essere di nuovo approvato da tutte e due le Camere con una maggioranza qualificata, rappresentata dai due terzi dei suoi componenti.
Qualora questa maggioranza non venga raggiunta, si devono aspettare ancora tre mesi. In questo periodo di tempo, un quinto dei membri di una delle due Camere, ovvero 500.000 elettori, o cinque Consigli Regionali possono chiedere l’indizione di un apposito referendum costituzionale per approvare o respingere la riforma.
Si ricorda che, per il referendum costituzionale, non è richiesto il raggiungimento di un quorum.
Se nei tre mesi di pausa la richiesta di referendum non viene presentata, la legge viene approvata automaticamente.

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A 50 ANNI DAL COLPO DI STATO, IL BRASILE RILANCIA IL DIBATTITO SULLA DITTATURA CHE CAMBIÓ IL VOLTO DEL SUDAMERICA

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di Luigia Belli

Esattamente 50 anni fa, il 31 marzo del 1964, un feroce colpo di stato spazzò via il governo del Presidente João Marques Goulart, un “trabalhista” che era alla guida del paese dal 1961. Minacciato da un’inflazione galoppante (l’80% nel 1963), Goulart pensò di salvare il paese proponendo una riforma agraria radicale, in un paese organizzato in enormi latifondi, e nazionalizzando le compagnie petrolifere, ma tali progetti gli valsero le accuse di essere “al servizio del comunismo internazionale”. Ciò fu sufficiente per giustificare il violento golpe militare guidato dal maresciallo Humberto Branco e appoggiato dal governo degli Stati Uniti. Iniziò, così, un regime militare che durò ben 21 anni e che inaugurò una serie di violente dittature di destra nell’intero continente latino americano.

Oggi, a 50 anni di distanza, il dibattito sulla dittatura di Branco è quanto mai vivo. La partecipazione di civili al colpo di stato e la giustificazione della violenza, dettata dalla necessità di difendere la democrazia contro i rischi del comunismo, sono ancora oggi oggetto di discussione e controversie. Lo storico Daniel Aarao Reis che, all’epoca dei fatti aveva 24 anni e decise di partecipare ad un gruppo di resistenza armata contro il nuovo regime militare, spiega: “Si giustificò il colpo di stato con il discorso della difesa della democrazia, che era minacciata dalle riforme di Jango (n.d.t. soprannome popolare di Goulart) e dal rischio di comunismo. I leader delle lobby, molti ecclesiastici, grandi e piccoli imprenditori e politici si schierarono a favore del colpo di stato che, per questo, fu sostenuto da un fronte molto eterogeneo”. Lo storico afferma che, per tali ragioni, preferisce definire la dittatura brasiliana come “civile-militare”.

La settimana scorsa è stata organizzata una nuova edizione della “Marcia della Famiglia con Dio e per la Libertà”, con una scarsa affluenza (circa un migliaio di persone), per commemorare quella che ebbe luogo il 19 marzo del 1964, quando 500.000 persone scesero in piazza per marciare contro il governo di Goulart e a sostegno di un intervento dei militari. Questa marcia, che vide la partecipazione massiva di semplici cittadini, legittimò di fatto il colpo di stato che ebbe luogo due settimane dopo. Al contempo, in questi stessi giorni, la città di San Paolo ospita la “Veglia per la libertà”, una kermesse artistica in cui, attraverso varie forme d’arte, si ricorda il sacrificio di migliaia di cittadini che lottarono per riconquistare le libertà perdute. Due volti dello stesso paese, due letture opposte che oggi riflettono la stessa spaccatura che divideva il Brasile 50 anni or sono.

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L’ex Presidente del Brasile, Lula da Silva, che venne fatto prigioniero durante la dittatura militare, partecipa anche lui al dibattito in corso nel paese. Egli ha pubblicamente affermato l’importanza di ricordare l’avvento della dittatura per poter meglio apprezzare la democrazia che oggi governa il paese. Ha aggiunto: “Solamente un governo democratico può permettere che una ex-condannata dal regime militare possa arrivare alla presidenza del paese”, riferendosi ovviamente a Dilma Roussef, attuale Presidente del Brasile e prigioniera politica negli anni bui e vittima di tortura.

Tuttavia, aldilà dell’attuale dibattito, è interessante rilevare un dato statistico pubblicato in questi giorni dall’autorevole testata giornalistica “O Estado de Sao Paulo”: il 90% dei cittadini brasiliani considera che il colpo di stato del ’64 “appartiene ormai alla storia del paese”. Per comprendere meglio questo dato, bisogna osservare che dei circa 200 milioni di abitanti del Brasile, approssimativamente 160 milioni sono nati dopo il colpo di stato. Un paese giovane, come tutti i paesi del continente latino-americano, dove la maggior parte della popolazione non era neanche nata quando Goulart è stato ingiustamente e violentemente destituito. Ma il Brasile è anche l’unico paese del Cono Sud dell’America Latina a non aver mai sottoposto a giudizio i golpisti. Virgilio Arraes, professore di storia all’Università di Brasilia, spiega che “in Argentina, in Cile e in Uruguay c’è stata una restituzione della verità e chi ha asservito il colpo di stato è stato giudicato in Tribunale. In Brasile, invece, c’è stata una transizione democratica nel 1985 e le élite del paese hanno deciso di far cadere tutto nell’oblio, un po’ come è accaduto in Spagna. Oggi, la maggior parte della popolazione ha meno di 30 anni e non ha alcuna relazione con quel periodo”. L’unico passo significativo che il Brasile ha compiuto per far luce sui lati più oscuri degli anni della dittatura è l’insediamento di una commissione nel 2012, la Commissione per la Verità, voluta da Dilma Roussef, che dovrebbe concludere i propri lavori entro dicembre di quest’ anno. “Questa Commissione è l’ultima opportunità che il nostro paese ha per fare luce sulla nostra storia: la relazione finale ci permetterà di progredire o, al contrario, seppellirà definitivamente questa parte della storia così importante per il Brasile”, ha concluso Jair Krischke, presidente del Movimento Giustizia e Diritti Umani, che ha dedicato interi decenni a fare indagini sulla dittatura brasiliana.

 

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‘PANE IN ATTESA’: LA SOLIDARIETÀ PARTE DAL SUD.

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di Michele De Sanctis

E’ partita da Messina, per il tramite della Onlus Invisibili, l’iniziativa ‘Pane in attesa’. Così, come con il tradizionale ‘caffè pagato’ tipico della tradizione partenopea, al panettiere si lascia un’offerta, anche di pochi centesimi, ma, a differenza del ‘caffè sospeso’, sono solo le persone in difficoltà, già segnalate dall’associazione promotrice dell’iniziativa umanitaria e munite di uno speciale tesserino, a poter ritirare dal fornaio un sacchetto con cinque panini. La scelta di ricorrere a criteri rigidi come la segnalazione da parte della Onlus e la consegna di un tesserino identificativo risponde a un’evidente esigenza di controllo, affinché ad usufruire di quest’iniziativa sia soltanto chi ha davvero bisogno.

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Nel decalogo presentato da Invisibili Onlus si legge che l’offerta per il pane sospeso è libera: anche un solo panino sarà accettato. Quando un cliente metterà in attesa il pane i soldi dovranno essere messi in un apposito contenitore. Quando si preparerà il sacchetto, con 5 panini, si prenderanno i soldi dal contenitore. Se i soldi non bastano per coprire la spesa di cinque panini si aspetterà di avere la somma necessaria. Il sacchetto con il pane dovrà essere messo dentro la cesta in modo da poter essere visto da chi dovrà ritirare il pane. La cesta dovrà avere un cartello con la scritta ‘Pane in attesa’. Quando un sacchetto verrà ritirato si dovrà battere il relativo scontrino fiscale e un altro sacchetto verrà messo nella cesta per rimpiazzarlo. Il pane verrà ritirato da chi esibirà il tesserino del progetto ‘Pane in attesa’. Se le somme donate in un giorno non verranno spese per il pane di quella giornata, perché non ci saranno abbastanza ritiri, potranno essere utilizzate per pagare il pane dei giorni successivi.
La catena della solidarietà, vista la buona riuscita in Sicilia, sarà probabilmente esportata anche nelle Marche e nel Lazio. Mentre a Napoli il pane sospeso si è già affiancato al caffè pagato, secondo le medesime regole: dopo aver comprato il pane si può, infatti, decidere di acquistarne altro per i più bisognosi.
Qualunque sia la regola adottata, si spera che l’iniziativa venga replicata anche in altre città.

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Disabili discriminati sul lavoro, Italia a rischio condanna da parte dell’Ue

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Dopo il pronunciamento della Corte di giustizia del luglio 2013, la Commissione ritiene che la legge del nostro Paese non si sia adeguata in modo sufficiente alla sentenza. Nel caso l’esecutivo di Bruxelles confermi questo vuoto normativo, si profila la possibilità di multe e del deferimento per violazione dei trattati.

BRUXELLES – L’Italia rischia sanzioni di carattere economico e un ulteriore deferimento alla Corte di giustizia europea per la mancata applicazione di una sentenza della stessa Corte sulla parità di trattamento dei disabili sul lavoro. A paventare la possibilità di multe per il nostro paese e di deferimento per violazione dei trattati sono state fonti interne alla Commissione europea: l’Esecutivo di Bruxelles sta, infatti, valutando l’adeguamento della legislazione italiana alla direttiva 2000/78/CE in merito alla non discriminazione delle persone con disabilità sul lavoro, dopo che la Corte di giustizia Ue aveva condannato l’Italia nel luglio 2013.

La Corte: “Le misure adottate dalla legge italiana non sono organiche”. Il nostro paese aveva recepito la direttiva col decreto legislativo 216 del 9 luglio 2003, ma il massimo organo giuridico europeo non ha ritenuto questa legge sufficiente e ha chiesto all’Italia, in particolare, di recepire meglio l’articolo 5 della direttiva, che riguarda le soluzioni e gli adattamenti ragionevoli che il datore di lavoro deve mettere in atto per favorire l’inserimento delle persone disabili. La Corte ha altresì rilevato che le misure per l’impiego di persone con disabilità sono spesso lasciate alla discrezione delle autorità locali e non sono adottate in maniera organica. Infine, è stato segnalato anche il mancato accesso a un’adeguata formazione lavorativa per le persone disabili. L’Italia, in risposta alla sentenza del luglio 2013, ha adottato la legge 99 del 9 agosto 2013, che la Commissione sta ora valutando e che – se troverà di nuovo insufficiente – porterà a un secondo deferimento dell’Italia e al rischio di sanzioni economiche.

La battaglia di Lorenzo Torto. A portare il nostro paese sul banco degli imputati è stato un ventiseienne paraplegico abruzzese, Lorenzo Torto, che nel marzo 2013 ha presentato una petizione al Parlamento Ue per chiedere che il governo accelerasse il percorso per garantire a tutti i disabili un accesso al lavoro dignitoso. Torto è tornato ieri di nuovo di fronte alla commissione Petizioni dell’Europarlamento dove ha sostenuto che l’Italia non si stia muovendo abbastanza velocemente ed efficacemente su questo fronte. Al punto che Ilaria Brazzoduro, della direzione generale Giustizia della Commissione europea, non ha escluso la possibilità di una multa per il nostro paese, una volta terminati gli accertamenti di Bruxelles.

Sollecitazione a Renzi e Poletti per una soluzione rapida del problema. “Sono convinto che avremo un altro deferimento e un’altra sentenza di condanna da parte della Corte di Giustizia – ha commentato Torto – perché la legge adottata dall’Italia per recepire la direttiva affronta solo alcuni problemi minimi. Tengo ha sottolineare che questa battaglia non èsolo per me, ma per tutte le persone con disabilità”. La presidente della Commissione Petizioni del Parlamento Ue, l’eurodeputata Erminia Mazzoni, ha detto che nei prossimi giorni scriverà una lettera al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, perché considerino della massima priorità l’adeguamento dell’ordinamento italiano alla legislazione europea in materia di occupazione per le persone disabili.

Fonte: INAIL

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Business: ecco 3 trend da considerare

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Cosa c’è di nuovo nel mondo del business? Vediamo quali sono tre trend da tenere sotto osservazione.

1. Tecnonegozi
È tempo, anche in Italia, di “negozi aumentati”, cioè di punti vendita che arricchiscono l’esperienza di acquisto grazie alla tecnologia. Nello store Diesel di Milano c’è uno specchio speciale, che permette di vedersi anche da dietro. Da Pinko si posso ordinare su un touchscreen i prodotti che mancano in negozio. Queste tecnologie aumentano la propensione all’acquisto anche del 20% (studio Retail reloaded della Sda Bocconi).

2. Expo 2015
L’Expo 2015, che si terrà a Milano dal 1 maggio al 31 ottobre del prossimo anno, è alle porte. Il tema sarà “Nutrire il Pianeta, energia per la vita”. Visibilità a tradizione, creatività, innovazione nel settore dell’alimentazione. Sulla kermesse, che promette di portare in Italia 20 milioni di persone, si moltiplicano eventi, iniziative, portale. Su Twitter è nato un hastag #expottimisti con tutti i motivi per cui l’Expo può essere un’opportunità. INFO: www.expo2015.org

3. Fai da te
Siamo sempre di più nell’era dei maker. Si diffondono le stampanti 3D e i siti che insegnano come usarle (www.stampalo3d.com). Cresce l’uso di robot da cucina per preparare in casa pane e dolci. Nel paniere degli italiani aumenta del 20% il consumo di caffè in cialde (dati Istat). E dall’anno prossimo potrebbero arrivare anche le cialde di Coca-Cola per produrre la bevanda in casa.

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L’articolo “Cosa sale e cosa scende nel mondo del business” di Lucia Ingrosso è pubblicato su Millionaire di marzo 2014.
Foto Ben Fredericson

Fonte: Millionaire

IL SEGRETO DEL ‘MIO’ SUCCESSO

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Introduzione e traduzione di Michele De Sanctis

 

Vi siete mai chiesti se esistano davvero delle differenze di comportamento tra quelli che hanno successo e chi non riesce a raggiungere i risultati sperati? Una risposta sul tema viene da Dave Kerpen, blogger e autore di best seller e CEO di Likeable Media, azienda specializzata in social media marketing, che, sul suo profilo LinkedIn, prova a confrontare chi sa ottenere il meglio dalle cose e chi non ce la fa.

Scopriamone alcune.

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Qualche settimana fa Dave ha ricevuto un’e-card dal CEO di Petra Coach, creatore di Align Software e membro della EO, Andy Bailey. Sebbene non l’avesse mai incontrato, la sua cartolina ha esercitato un certo effetto su Dave, rafforzando i valori in cui già credeva e ricordandogli quali siano gli atteggiamenti e le abitudini da sposare per avere successo.

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1. Abbracciare il cambiamento vs. la paura di cambiare

Abbracciare il cambiamento è una delle cose più complesse che una persona può fare. Con il mondo in rapido cambiamento e la tecnologia che si muove più celermente che mai, abbiamo bisogno di abbracciare le novità e capire come adattarci piuttosto che averne paura, negarle o nascondersi per non affrontarle.

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2. Desiderare il successo degli altri vs. sperare in segreto che falliscano

Quando sei in un’azienda e lavori in team, se vuoi avere successo, dovrà farcela anche il resto del gruppo. Dobbiamo desiderare che anche i nostri colleghi ottengano risultati e crescano. Se ti auguri il contrario, perché continui a lavorare con loro?

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3. Trasmettere gioia vs. trasmettere rabbia

Negli affari come nella vita, è sempre meglio essere felici e trasmettere quella gioia agli altri. E’ una cosa che diventa contagiosa e che incoraggia gli altri a fare lo stesso. Le persone più felici sono maggiormente orientate al conseguimento degli obiettivi e quindi al successo. Se nel team c’è una persona che trasmette rabbia, ciò semina stati d’animo simili, privando il gruppo della necessaria motivazione e raggiungendo scarsi successi.

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4. Prendersi le responsabilità dei propri fallimenti vs. incolpare gli altri delle proprie sconfitte.

Dopo ogni salita, c’è sempre una discesa. Essere un leader e, in generale, un uomo di successo significa dover prendersi la responsabilità dei propri fallimenti. Incolpare gli altri non serve a nulla: porta solo disagio in azienda e non ne verrà fuori nulla di buono.

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5. Parlare delle idee vs. sparlare delle persone

Cos’è che tutti abbiamo imparato ai tempi del liceo? Parlare male delle persone non porta da nessuna parte. E’ solo uno spreco di tempo. Avrà successo chi parlerà di idee, non chi passerà la sua giornata a sparlare degli altri. Condividere le proprie idee con il team gioverà a tutti.

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6. Condividere informazioni vs. tenere tutto per sé

Come abbiamo imparato all’asilo, condivisione è attenzione. Sui social media, in affari e nella vita per aver successo è importante condividere.

Se condividiamo con il gruppo le informazioni di cui siamo in possesso, sarà più facile coinvolgere gli altri in ciò che stiamo facendo e nel raggiungimento degli obiettivi. Al contrario, chi non sa farlo dimostrerà solo il suo egoismo e non sembrerà altro che una persona di strette vedute.

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7. Fare piani e stabilire obiettivi vs. vivere senza sapere cosa fare

Come si può ottenere successo se non si sa dove andare? Le persone di successo progettano il loro futuro: cosa fare nelle loro giornate, negli anni, come muoversi per migliorare. Se vuoi fare come loro, scegli i tuoi obiettivi e scrivi un piano su come intendi raggiungerli.

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8. Mostrare gratitudine vs. disprezzare le persone e il mondo che ti circonda

Ogni momento di gratitudine trasforma la mia vita e mi rende più felice e di successo. Le persone a cui mostri gratitudine sono quelle che più contribuiscono alla buona riuscita del tuo business. Assicurati di mostrare gratitudine a tutti quelli con cui vieni in contatto.

La gratitudine è la chiave per avere successo negli affari, come nella vita.Immagine

 

 

 

 

Sull’istruzione.

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“Vi racconto il mio laboratorio artigiano e come ho detto basta alla disoccupazione”

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Fonte: La Repubblica Next – La Repubblica degli innovatori del 26 marzo 2014

Dalla mancanza del lavoro ad un lavoro costruito su misura. Silvia Berra ha puntato sulla sua impresa artigiana basata sul riciclo creativo. “Vivo del principio delle 3r: riduci, riusa, ricicla. Così stimoliamo la creatività, recuperiamo la tradizione artigiana e portiamo innovazione nelle nostre case”
di GIAMPAOLO COLLETTI
@gpcolletti

Cerchioni di bicicletta e coltelli diventano lampadari da tavola, assi di legno e vasetti degli omogeneizzati si trasformano in mensole portaspezie. Il laboratorio di Silvia è un mondo affascinante, un luogo colorato, unico. E poi gli oggetti che realizza da zero sono all’insegna della competa sostenibilità ambientale, tutti frutto di un processo di riciclo e riuso.

Il suo è un laboratorio creativo con sede a Busto Garolfo, nella provincia milanese. Ha deciso di puntarci tutto dopo un periodo di disoccupazione. “Non sono capace di stare ad attendere gli eventi, mi piace crearli, far si che le cose accadano. E questa convinzione è stata il punto di partenza”. Per Silvia un vecchio oggetto può essere reinterpretato, può avere un nuovo utilizzo, può essere reinventato, invece che semplicemente buttato.
Il concetto di recupero è alla base del lavoro di Silvia. Si potrebbe dire che è parte stessa delle scelte di vita di Silvia, che ha deciso di non arrendersi e di darsi da fare. “Mesi e mesi a cercare un’occupazione, ma le risposte erano sempre vicino allo zero. Ma non mi sono fatta demoralizzare dalle situazioni, anzi ho preso il toro per le corna e ho pensato a come occupare le mie giornate”. Anche Silvia sarà protagonista al Next, la Repubblica degli Innovatori sabato 29 marzo al Teatro Piccolo di Milano.

Silvia, come sono le giornate alla ricerca del lavoro?
“Cercare un lavoro è un lavoro. Sempre connessa ad Internet per cercare nuove inserzioni, personalizzare il curriculum vitae per mettere in risalto competenze in linea con la figura ricercata, il passaparola tra amici e conoscenti. Ma è un “lavoro” che non da alcuna soddisfazione. Dalle aziende non arrivano risposte, e non esiste neanche più il classico le faccio sapere. È frustrante”.

Di cosa hai avuto più paura nel periodo di disoccupazione?
“La fiducia in se stessi è la prima conquista da maturare. Credere nelle proprie capacità è fondamentale. Poi è molto importante pianificare l’obiettivo, renderlo raggiungibile. Essere creativi anche nelle strategie per perseguirlo. Le competenze maturate come psicologa del lavoro mi hanno aiutato molto in questo percorso. Non ho avuto paura, perché mi piacciono le sfide e sono una persona determinata”.

Quanto hanno contato gli amici o la famiglia, il nuovo welfare sostitutivo anche legato agli affetti?
“Amici e famiglia mi sono stati utili per un confronto, sono ottime fonti di informazione sui nostri interessi, sul puntualizzare le nostre peculiarità e punti di miglioramento, ed infatti mi hanno aiutato a vedere da altri punti di vista le tappe da percorrere, a cogliere idee o critiche e ristrutturarle in linea all’obiettivo, alla propria mission”.

Quali sono gli oggetti che meriterebbero di essere acquistati nel tuo laboratorio?
“Tutti, perché ogni oggetto ha una sua storia, ha un suo passato e ha ritrovato un suo futuro grazie alla creatività, alla manualità ed all’artigianalità di ciascuno di noi. In questo periodo stanno andando tanto le bomboniere create per ogni occasione, rigorosamente con il principio delle 3r: riduci, riusa, ricicla”.

Cosa ti rende davvero soddisfatta?
“Certamente il fatto che anche la creatività anche dei nostri clienti viene stimolata. Ci portano vecchi oggetti, accatastati a prendere polvere in qualche soffitta, e ci chiedono di darne un nuovo utilizzo. Per esempio in questi giorni sto lavorando su un vecchio bidet in latta che diventerà un piccolo giardino zen. O ancora una struttura in ferro tutta arrugginita delle vecchie toilette che diventerà una fioriera. Di oggetti ce ne sono davvero tanti nel mio laboratorio. E io cerco di accontentare tutti i gusti e tutte le esigenze: il riciclo creativo è un piacere, stimola la creatività, recupera la tradizione artigiana, porta innovazione nelle nostre case”.

Oggi nel tuo laboratorio ospiti tanti giovani. Perché?
“Credo tantissimo nelle collaborazioni, nel team, nel gruppo. Fare network porta all’impresa un set di conoscenze, di esperienze, di interessi molto diversi. E questo diventa il valore aggiunto di Laboratorio Creativo: ospita tante creazioni diverse, da spazio alla creatività in ogni sua forma, fa conoscere il piacere del riciclo e del riuso, esalta l’artigianalità, il made in Italy”.

Un consiglio ai giovanissimi per diventare davvero “nexter”, ovvero innovatori del proprio tempo?
“Consiglio di essere sempre curiosi ed intraprendenti, di coltivare la propria passione con coerenza, di fare le cose che si hanno in mente, di puntare sulle idee nelle quali si crede. Essere coerenti è un’ottima “arma di persuasione” verso se stessi: aiuta a credere in ciò che vogliamo ottenere, accresce la nostra autostima, rende concreti i piccoli passi che ci portano verso la meta che ci siamo prefissati”.

INAIL: finanziamenti a fondo perduto per interventi in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Si avvicina la scadenza dei termini.

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L’INAIL concede un contributo a fondo perduto fino a 130.000 euro per interventi finalizzati al miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il contributo è in conto capitale fino al 65% delle spese ammissibili sostenute dall’impresa (anche individuale) per la realizzazione degli interventi, al netto dell’IVA: ad esempio se l’intervento è costato 12.200 euro (di cui 10.000 euro di imponibile e 2.200 di IVA), il contributo a fondo perduto è di 6.500 euro (pari al 65% della quota imponibile di 10.000 euro). La procedura per ottenere l’incenvito prevede per l’impresa:

1. presentazione di una domanda di preammissione da compilare e spedire on-line dal portale desktop inail.it, previa registrazione, dal 21/01/2014 al 08/04/2014
2. acquisizione di un codice unico identificativo dal 10/04/2014
3. verifica della data di apertura dello sportello per l’invio telematico della domanda vera e propria dal 30/04/2014
4. invio della domanda all’apertura dello sportello
5. verifica della propria posizione nella graduatoria (predisposta in ordine cronologico di arrivo delle domande)
6. se ammessa al contributo, trasmissione della documentazione a completamento della domanta, entro 30 giorni dalla pubblicazione della graduatoria a pena di esclusione
7. attesa della comunicazione della sede INAIL competente dell’avvenuta e positiva verifica tecnico-amministrativa, da concludersi entro 150 giorni dalla pubblicazione della graduatoria
8. eventuale richiesta di anticipo fino al 50% del contributo, solo per interventi con budget oltre 30.000 euro e comunque dietro presentazione di fidejussione
9. realizzazione e rendicontazione degli interventi migliorativi entro 12 mesi (prorogabili a richiesta fino a 18 mesi) dalla comunicazione di esito positivo della domanda; le spese sono rendicontabili purchè sostenute a decorrere dal 09/04/2014
10. attesa della comunicazione della sede INAIL competente in merito all’erogazione (totale, parziale o nulla) del contributo richiesto, entro 90 giorni dall’invio della documentazione di rendicontazione
11. rispetto degli obblighi e degli impegni vincolanti, anche dopo l’erogazione del contributo (es. inalienabilità del macchinario per almeno 2 anni; mantenimento del modello organizzativo per almento 3 anni, ecc.).

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Punteggio di ammissione

La domanda può essere ammessa se ottiene un punteggio pari o superiore a 120 secondo lo schema predisposto dall’INAIL per l’attribuzione dei punteggi sulla base della peculiarità dell’impresa richiedente e del progetto presentato. Lo schema è abbastanza articolato e il calcolo deve essere fatto caso per caso, ma è possibile tracciare un quadro generale. Il punteggio è ottenuto sommando i valori attribuiti alla domanda in 4 diverse sezioni:

• dimensioni dell’impresa (numero di lavoratori e fatturato): min. 7 -max. 45
• tasso di tariffa medio nazionale (nella voce prevalente per numero di lavoratori nell’anno -si considera il 2012 se la domanda è presentata nel 2014- nella PAT -unità operativa- per la quale si presenta la domanda): min. 4 – max. 40
• caratteristiche del progetto:
– se riguarda l’adozione di modelli organizzativi (es. MOG 231/01, OHSAS 18000, SGSL INAIL, ecc.): min. 70 – max 90
– se rigurarda la sostituzione/adeguamento di attrezzature di lavoro messe in servizio anteriormente al 21 settembre 1996: esattamente 60
– se riguarda progetti di investimento (le tipologie ammesse sono: a. ristrutturazione o modifica strutturale e/o impiantistica degli ambienti di lavoro, b. installazione e/o sostituzione di macchine, dispositivi e/o attrezzature con messa in servizio successiva al 21 settembre 1996, c. modifiche del layout produttivo, d. interventi combinati dei precedenti): min. 36 – max. 70
• bonus
– di progetto: min. 0 – max. 18
– regionale in base alla tipologia di impresa: min. 0 – max. 5

In generale vale quanto segue:
• le aziende piccole ottengono punteggi maggiori di quelle grandi

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• le attività con tassi di tariffa elevati (a causa di una maggiore sinistrosità per infortuni e malattie professionali) ottengono punteggi maggiori di quelle con tassi di tariffa bassi

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• gli inteventi progettati e/o effettuati attraverso le parti sociali o nell’ambito della bilateralità ottengono bonus di progetto tra i 7 e i 13 punti
• l’adozione di almeno una delle Buone Prassi (rif. D. Lgs. 81/08 art.2 co.1 lett.v) permette di ottenere un bonus di progetto pari a 5 punti.

Con i 5 punti di bonus regionale sono premiate le imprese che sono attive in alcuni settori ATECO, differenti da regione a regione; ad esempio:

• per il Piemonte sono: 43 (lavori di costruzione specializzati) e 25 (fabbricazione di prodotti in metallo – esclusi macchinari e attrezzature)
• per la Lombardia sono: 25 (fabbricazione di prodotti in metalli – esclusi macchinari e attrezzature) e 28 (fabbricazione di macchinari ed apparecchiature NCA)
• per la Valle d’Aosta sono: 41 (costruzione di edifici) e 43 (lavori di costruzione specializzati)
• per la Liguria sono: 50 (trasporto marittimo e per vie d’acqua) e 01 (coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi)
• per il Friuli Venezia Giulia sono: 25 (fabbricazione di prodotti in metalli – esclusi macchinari e attrezzature) e 43 (lavori di costruzione specializzati)
• per la Toscana sono: 41 (costruzione di edifici) e 01 (coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi)
• per il Trentino sono: 41 (costruzione di edifici) e 16 (industria del legno e dei prodotti in legno e sughero – esclusi i mobili – fabbricazione di articoli in paglia e materiale da intreccio)
• per l’Alto Adige-Sudtirol sono: 16 (industria del legno e dei prodotti in legno e sughero – esclusi i mobili – fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio;
25 (fabbricaz. Prodotti in metallo – escl. macchinari e attrezzature)
• per la Campania sono: 41 (costruzione di edifici) e 25 (fabbricazione di prodotti in metalli – esclusi macchinari e attrezzature)
ecc.
• per il Veneto, l’Emilia Romagna, il Lazio non sono previsti.

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Click-day

Per l’ammissione al contributo conterà l’ordine di arrivo allo sportello virtuale telematico, fino ad esaurimento dei fondi stanziati in ciascuna regione.

Le imprese potranno inviare attraverso lo sportello informatico la domanda di ammissione al contributo, utilizzando il codice identificativo attribuito alla propria domanda e ottenuto mediante la procedura apposita nei giorni precedenti l’invio telematico. Il codice identificativo, dopo l’invio telematico della relativa domanda, sarà annullato dallo sportello informatico e pertanto non sarà più utilizzabile.

Lo sportello informatico collocherà le domande in ordine cronologico di arrivo sulla base dell’orario registrato dai sistemi informatici INAIL. Al termine di ogni singola registrazione l’utente visualizzerà un messaggio che attesta la corretta presa in carico dell’invio.

Le data e gli orari dell’apertura e della chiusura dello sportello informatico per l’invio delle domande, saranno pubblicate sul sito http://www.inail.it a partire dal 30 aprile 2014. Le suddette date potranno essere differenziate, per ambiti territoriali, in base al numero di domande pervenute ed alla loro distribuzione territoriale. Le regole tecniche per l’inoltro delle domande on line saranno pubblicate sul sito http://www.inail.it almeno una settimana prima della data di apertura dello sportello informatico.

Spese ammesse e non

Sono ammesse a contributo tutte le spese direttamente necessarie alla realizzazione del progetto nonché le eventuali spese accessorie o strumentali, funzionali alla realizzazione dello stesso ed indispensabili per la sua completezza. Non sono ammesse a contributo le spese relative all’acquisto o alla sostituzione di:

• dispositivi di protezione individuale (DPI) nonché ogni altro relativo complemento o accessorio;
• automezzi e mezzi di trasporto su strada, aeromobili, imbarcazioni e simili;
• impianti per l’abbattimento di emissioni o rilasci nocivi all’esterno degli ambienti di lavoro, o comunque qualsiasi altra spesa mirata esclusivamente alla salvaguardia dell’ambiente;
• hardware, software e sistemi di protezione informatica fatta eccezione per quelli dedicati all’esclusivo ed essenziale funzionamento di sistemi (impianti, macchine, dispositivi e/o attrezzature) utilizzati ai fini del miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza;
• mobili e arredi;
• consulenza per la redazione, gestione ed invio telematico della domanda di contributo;
• adempimenti inerenti la valutazione dei rischi di cui agli artt. 17, 28 e 29 del D.lgs 81/2008 s.m.i.;
• interventi da effettuarsi in locali diversi da quelli nei quali è esercitata l’attività lavorativa al momento della presentazione della domanda;
• manutenzione ordinaria degli ambienti di lavoro, di attrezzature, macchine e mezzi d’opera;
• adozione e/o certificazione e/o asseverazione dei progetti riguardanti l’adozione di modelli organizzativi relativi ad imprese senza dipendenti o che annoverano tra i dipendenti esclusivamente il datore di lavoro e/o i soci;
• le spese inerenti i compensi ai componenti degli Organismi di vigilanza nominati ai sensi del D.lgs 231/2001;
• acquisizioni tramite locazione finanziaria (leasing);
• mero smaltimento dell’amianto (lo smaltimento è ammesso solo nel caso in cui l’intervento rientri in un progetto complessivo volto al miglioramento delle condizioni di salute dei lavoratori dell’azienda nel quale è compresa la rimozione dell’amianto ad esempio presente in coperture, per coibentazione e similari);
• acquisto di macchinari o apprestamenti indispensabili per l’erogazione di un servizio o per la produzione di un bene, di cui l’impresa non dispone ma che deve comunque possedere per avviare l’impresa o una nuova attività;
• costi del personale interno: personale dipendente, titolari di impresa, legali rappresentanti e soci.

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Redazione BlogNomos