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LEZIONI DI TOLLERANZA ALL’UNIVERSITÀ.

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Una ‘queer week’. Sarà questo il progetto che un gruppo autonomo di studenti e studentesse (alcuni dei quali già attivisti nel collettivo post-femminista “Laboratorio Le Antigoni” e nel collettivo LGBT “La Mala Educacion”) ha in programma di organizzare presso l’Università d’Annunzio di Chieti-Pescara.

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Il programma sarà intitolato “Primavera Queer” e in Abruzzo sarà la prima iniziativa di approfondimento sugli studi di genere e la Queer Theory, ancora poco conosciuta in Italia, ma molto diffusa nel mondo anglosassone. L’obiettivo sarà quello di dare una risposta a certe domande che per molti italiani costituiscono ancora un tabù. Quando nasce l’omosessualità? E l’identità eterosessuale? Cosa sono il ruoli di genere? Chi sono le persone intersessuali e transessuali? Qual è la differenza tra sesso e genere? Quali solo le origini delle categorie oppositive uomo-donna, eterosessuale-omosessuale?

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L’approccio sarà multidisciplinare, passando dalla psicologia alla medicina fino ad approdare alla linguistica e alla sociologia. Dal 5 al 9 maggio 2014, con una giornata introduttiva il 28 aprile 2014, docenti, autori e autrici, noti anche a livello internazionale, si alterneranno in una sei giorni di seminari di approfondimento e laboratori pratici. Interverranno personalità del mondo accademico come Marco Pustianaz (Università del Piemonte Orientale), Laura Corradi (Università di Cosenza) e Rachele Borghi (della Sorbonne di Parigi), oltreché individualità e collettivi provenienti dalla militanza LGBTQ come Renato Busarello del Laboratorio ‘Smaschieramenti’, noto collettivo queer bolognese, Porpora Marcasciano del MIT (Movimento di Identità Transessuale) e BellaQueer di Perugia. Gli ospiti si alterneranno all’interno del campus di Chieti Scalo, tra il Rettorato e gli spazi dell’ex Facoltà di Lettere per analizzare alla radice le cause culturali e sociali delle discriminazioni e delle violenze di genere.

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La “Primavera Queer” sarà soprattutto un momento di autoformazione: un’occasione di incontro e discussione rivolto a tutti gli studenti e le studentesse dell’università.
Il progetto, presentato al bando 2013/2014 per le attività sociali e culturali degli studenti dell’Università d’Annunzio, è stato selezionato e finanziato tra tanti altri.

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Oggi, martedì 1 aprile, dalle ore 10:30, presso il piazzale della ex Facoltà di Lettere, è stata convocata una conferenza stampa durante la quale sarà illustrato il programma dettagliato dell’evento e saranno date ulteriori informazioni.

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Noi di BlogNomos diffondiamo con piacere questa notizia, nella speranza che iniziative di questo tipo vengano presto assunte anche in altre realtà accademiche, convinti che un’informazione sana e consapevole possa portare al definitivo superamento della paura del ‘diverso’ che isola ingiustamente una larga fetta di popolazione e giunge alla negazione di taluni diritti civili che, sebbene scontati all’interno delle famiglie tradizionali, restano ancora la meta da raggiungere in ambito LGBTQ. Il che inevitabilmente allontana il nostro bel Paese dall’Europa e dall’occidente più evoluto, avvicinandoci, peraltro, alla Russia di Putin e a certe realtà dove l’omosessualità è ancora un reato. Perché indifferenza, negazione e silenzio costituiscono, comunque, una condanna che la società infligge in virtù del ‘peccato originale’ di essere omosessuale.

Andrea Serpieri per

BlogNomos

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Disabili discriminati sul lavoro, Italia a rischio condanna da parte dell’Ue

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Dopo il pronunciamento della Corte di giustizia del luglio 2013, la Commissione ritiene che la legge del nostro Paese non si sia adeguata in modo sufficiente alla sentenza. Nel caso l’esecutivo di Bruxelles confermi questo vuoto normativo, si profila la possibilità di multe e del deferimento per violazione dei trattati.

BRUXELLES – L’Italia rischia sanzioni di carattere economico e un ulteriore deferimento alla Corte di giustizia europea per la mancata applicazione di una sentenza della stessa Corte sulla parità di trattamento dei disabili sul lavoro. A paventare la possibilità di multe per il nostro paese e di deferimento per violazione dei trattati sono state fonti interne alla Commissione europea: l’Esecutivo di Bruxelles sta, infatti, valutando l’adeguamento della legislazione italiana alla direttiva 2000/78/CE in merito alla non discriminazione delle persone con disabilità sul lavoro, dopo che la Corte di giustizia Ue aveva condannato l’Italia nel luglio 2013.

La Corte: “Le misure adottate dalla legge italiana non sono organiche”. Il nostro paese aveva recepito la direttiva col decreto legislativo 216 del 9 luglio 2003, ma il massimo organo giuridico europeo non ha ritenuto questa legge sufficiente e ha chiesto all’Italia, in particolare, di recepire meglio l’articolo 5 della direttiva, che riguarda le soluzioni e gli adattamenti ragionevoli che il datore di lavoro deve mettere in atto per favorire l’inserimento delle persone disabili. La Corte ha altresì rilevato che le misure per l’impiego di persone con disabilità sono spesso lasciate alla discrezione delle autorità locali e non sono adottate in maniera organica. Infine, è stato segnalato anche il mancato accesso a un’adeguata formazione lavorativa per le persone disabili. L’Italia, in risposta alla sentenza del luglio 2013, ha adottato la legge 99 del 9 agosto 2013, che la Commissione sta ora valutando e che – se troverà di nuovo insufficiente – porterà a un secondo deferimento dell’Italia e al rischio di sanzioni economiche.

La battaglia di Lorenzo Torto. A portare il nostro paese sul banco degli imputati è stato un ventiseienne paraplegico abruzzese, Lorenzo Torto, che nel marzo 2013 ha presentato una petizione al Parlamento Ue per chiedere che il governo accelerasse il percorso per garantire a tutti i disabili un accesso al lavoro dignitoso. Torto è tornato ieri di nuovo di fronte alla commissione Petizioni dell’Europarlamento dove ha sostenuto che l’Italia non si stia muovendo abbastanza velocemente ed efficacemente su questo fronte. Al punto che Ilaria Brazzoduro, della direzione generale Giustizia della Commissione europea, non ha escluso la possibilità di una multa per il nostro paese, una volta terminati gli accertamenti di Bruxelles.

Sollecitazione a Renzi e Poletti per una soluzione rapida del problema. “Sono convinto che avremo un altro deferimento e un’altra sentenza di condanna da parte della Corte di Giustizia – ha commentato Torto – perché la legge adottata dall’Italia per recepire la direttiva affronta solo alcuni problemi minimi. Tengo ha sottolineare che questa battaglia non èsolo per me, ma per tutte le persone con disabilità”. La presidente della Commissione Petizioni del Parlamento Ue, l’eurodeputata Erminia Mazzoni, ha detto che nei prossimi giorni scriverà una lettera al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, perché considerino della massima priorità l’adeguamento dell’ordinamento italiano alla legislazione europea in materia di occupazione per le persone disabili.

Fonte: INAIL

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