Archivi tag: lavoro

ISTAT: SALE ANCORA IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE.

A novembre 2014 gli occupati in Italia sono stati 22 milioni 310 mila, in diminuzione dello 0,2% sia rispetto al mese precedente (-48 mila) sia su base annua (-42 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,5%, diminuisce ora di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e rimane invariato rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 457 mila, aumenta dell’1,2% rispetto al mese precedente (+40 mila) e dell’8,3% su base annua (+264 mila). Il tasso di disoccupazione è pari al 13,4%, in aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,9 punti nei dodici mesi. È quanto afferma l’Istat, nel comunicato stampa dello scorso 7 gennaio.

Già nella precedente nota del 30 dicembre, l’Istituto aveva evidenziato che i dati più recenti delle forze di lavoro nel 2014 descrivevano un’occupazione sostanzialmente stabile dall’inizio dell’anno, ma con un nuovo peggioramento nel mese di ottobre (-0,2% rispetto al mese precedente). Il problema di fondo dell’occupazione in Italia nel 2014 restava – e resta tuttora – la stagnazione del mercato del lavoro. Peraltro, si prevede che l’assestamento del prezzo del petrolio ai bassi livelli attuali influirà moderatamente, in senso positivo, sulla crescita economica dei principali Paesi europei, Italia inclusa, per la quale si attende un arresto della fase di contrazione dell’economia, in presenza di segnali positivi per la domanda interna. Tuttavia, nonostante queste previsioni, l’Istat ritiene che le condizioni del mercato del lavoro in Italia rimarranno difficili con livelli di occupazione stagnanti e tasso di disoccupazione in crescita.

Rispetto all’ultimo trimestre del 2013, tra l’altro, nel 2014 si è verificato un incremento di cinque decimi di punto del tasso di disoccupazione. Il trend è dovuto alla crescita delle persone in cerca di occupazione (con un +5,8% dell’aumento tendenziale) e tra queste ad essere aumentata è stata soprattutto la quota di inoccupati, ossia di quei disoccupati in cerca della prima occupazione (+17,6%). Parallelamente, la crescita di persone in cerca di lavoro si è accompagnata ad un allungamento dei periodi di disoccupazione: l’incidenza dei disoccupati di lunga durata (quota di persone che cercano lavoro da oltre un anno) è salita nel 2014 dal 56,9% al 62,3%. E questa percentuale di soggetti, in genere considerati poco appetibili dalle aziende, costituisce un fattore di freno alla discesa della disoccupazione, soprattutto al sud.

Preoccupanti sono, inoltre, i dati relativi alla disoccupazione giovanile. Dall’ultima rilevazione dell’Istituto, risulta che i disoccupati tra i 15 ed i 24 anni sono 729 mila. L’incidenza di disoccupati sulla popolazione in questa fascia di età è pari al 12,2%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione mensile ISTAT e di 1,1 punti su base annua. Il tasso di disoccupazione tra i 15 ed i 24 anni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 43,9%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,4 punti nel confronto tendenziale.

Il numero di individui inattivi, cioè di coloro che non sono in cerca di un’occupazione o che hanno smesso di cercare lavoro, tra i 15 ed i 64 anni diminuisce dello 0,1% rispetto rispetto all’ultimo rilievo mensile e del 2,2% rispetto all’anno precedente. Il tasso di inattività si assesta, dunque, al 35,7%, rimanendo invariato in termini congiunturali e diminuendo di 0,7 punti percentuali su base annua.

Da ultimo, si evidenzia come l’occupazione nelle grandi imprese a ottobre 2014, rispetto al mese precedente, abbia fatto registrare in termini destagionalizzati una diminuzione dello 0,2% sia al lordo sia al netto dei dipendenti in cassa integrazione guadagni (Cig), con retribuzioni lorde per ora lavorata in diminuzione dello 0,8% rispetto al mese precedente. Anche se, in termini tendenziali l’indice grezzo aumenta dello 0,4%. Invece, nel confronto con ottobre 2013 l’occupazione nelle grandi imprese diminuisce dello 0,9% al lordo della Cig e dello 0,8% al netto dei dipendenti in Cig.

Forse potrebbe interessarti anche L’IMMOBILISMO DEL MERCATO DEL LAVORO A TUTELE CRESCENTI.

MDS
Redazione BlogNomos
SEGUICI SU FACEBOOK E TWITTER!

LA SAGGEZZA DEGLI PSICOPATICI… OVVERO, LE DIECI PROFESSIONI A RISCHIO FOLLIA.

Il lavoro a volte può essere causa di forte stress, tuttavia, tra i vari mestieri possibili, alcuni mettono a dura prova il nostro sistema nervoso più di altri. Se avete l’impressione che il vostro lavoro vi stia facendo letteralmente impazzire, forse non state esagerando. In effetti, potreste essere sull’orlo di una crisi di nervi. Se è così, allora prendetevi un momento di relax. Di tanto in tanto non nuoce, anzi. Concedetevi una pausa: magari approfittatene per leggere questo post.

IMG_4304.JPG

di Michele De Sanctis

Si intitola ‘The wisdom of psychopaths: what saints spies and serial killers can teach us about success’ l’ultimo saggio di Kevin Dutton, in cui lo psicologo, docente presso l’università di Oxford, analizza alcune professioni che rischiano di portare letteralmente alla follia. E così scopriamo che sono davvero pochi i lavori che si salvano da questo particolare ‘rischio professionale’. Stando al titolo del saggio, forse è proprio vero che santi, spie e serial killer hanno qualcosa da insegnarci sul ‘successo’. E che forse al lavoro più ci avviciniamo all’obiettivo da raggiungere, più ci allontaniamo dalla nostra salute mentale…Ma quali sono le dieci categorie maggiormente esposte?

IMG_4305.JPG

Per rispondere a questa domanda, Dutton ha analizzato circa cinquemila questionari in precedenza somministrati ad un campione di volontari. Le risposte, messe successivamente in relazione con la professione svolta, rivelano non solo quali siano i lavori che possono condurre all’instabilità mentale, ma anche informazioni ulteriori su patologie e cause dei nostri disturbi. Dallo studio di Dutton, infatti, apprendiamo che la più diffusa forma di malessere risulta essere la sociopatia e che l’instabilità psicologica può essere effetto di ritmi frenetici, di carichi eccessivi di responsabilità, di uno stile di vita segregante, ovvero conseguenza di un’eccessiva esposizione ad immagini cruente o di generiche frustrazioni.

IMG_4308.JPG

Al primo posto della classifica svettano gli amministratori delegati, seguiti da avvocati, impiegati del settore TLC, venditori, chirurghi, giornalisti e aforze dell’ordine. Ma c’è posto persino per gli uomini di Chiesa (sic!), che se la passano proprio male, peggio anche dei cuochi professionisti, che li seguono in nona posizione. Meno stressati tra i più esauriti del mercato del lavoro sono gli impiegati statali, che chiudono la classifica al decimo posto. Se quindi rientrate in una di queste dieci categorie, iniziate a preoccuparvi, perché potreste essere a un passo dalla pazzia.

IMG_4307.JPG

Le 10 professioni a rischio follia:

1. Ceo
2. Avvocato
3. Addetto Tv/Radio Comunicazioni
4. Commerciale
5. Chirurgo
6. Giornalista
7. Poliziotto
8. Ecclesiastico
9. Chef
10. Impiegato pubblico

BLogNomos
SEGUICI SU FACEBOOK E TWITTER

LA BLACKLIST DEI MESTIERI MESSI A RISCHIO DALL’ABBANDONO DELLA CARTA.

Riprendiamo oggi uno studio di cui vi abbiamo già parlato in precedenza, per approfondirne alcuni aspetti. Le nuove tecnologie stanno influenzando il nostro stile di vita. E il lavoro. Il progressivo abbandono della carta, in particolare, avrà nei prossimi anni degli effetti fino a ieri inimmaginabili.

20140503-011912.jpg

di Michele De Sanctis

La dematerializzazione dei documenti cartacei inizia a produrre i suoi effetti. Le conseguenze, se da un lato hanno un impatto ambientale minimo, in ordine a uno sviluppo sostenibile ed ecologicamente orientato, grazie soprattutto al supporto che la tecnologia è in grado di offrirci, dall’altro hanno un impatto pesante e sicuramente più preoccupante da un punto di vista sociale e, in particolar modo, lavorativo. Secondo il rapporto 2014 di Careercast, infatti, tutti i mestieri collegati alla carta saranno destinati ad estinguersi entro dieci anni. Postini, tipografi, taglialegna e giornalisti: sono tutti lavori che subiranno una certa influenza dalla rivoluzione in atto.

20140624-141747-51467439.jpg

Lo studio di Careercast ha preso in considerazione 200 tra mestieri e professioni legati al cartaceo utilizzando i dati del Bureau of Labor Statistics. In fondo alla classifica troviamo il portalettere, la cui quotidiana funzione, con l’uso sempre più diffuso delle email verrà progressivamente a venir meno. Resterà la consegna dei pacchi a domicilio, mentre per la raccomandate esistono già protocolli informatici che sostituiscono la valenza giuridica della ricevuta di ritorno, nel caso italiano la posta elettronica certificata. Ricordiamo, peraltro, che già da un anno, per l’esattezza dal primo luglio 2013, da noi vige l’obbligo per le comunicazioni tra PA e tra PA e aziende di utilizzare la PEC e che dallo scorso 6 giugno, sempre per le PA, è stato introdotto anche l’obbligo di fatturazione elettronica, altro documento che non sarà più necessario spedire, potendo essere, invece, inserito in un’apposita piattaforma, a seconda dell’Amministrazione competente.

Secondo Careercast, invece, se la caveranno bene tutte le professioni che hanno a che fare con numeri e statistiche. È evidente che alcuni tra i lavori peggiori di oggi sono gli stessi destinati all’estinzione, appunto perché l’offerta di quel tipo di impieghi inizia a scendere, parimenti alle relative condizioni economiche e – spiace dirlo – lavorative, a fronte di una diminuita domanda del mercato di quel tipo di prodotti.

Bene, secondo Careercast, anche i professori universitari, che insieme ai matematici, agli statistici e agli attuariali vengono considerati come i più “resistenti” al processo di dematerializzazione.

20140515-084748.jpg

Contestualmente si stima, tuttavia, un calo del 13% nelle assunzioni di reporter nei giornali entro il 2022 – il che non dovrebbe stupire nessuno, visto il profondo stato di crisi in cui versa tutto il settore della carta stampata da che è nato il concetto di “giornale online” e si sono diffusi blog di attualità. La reazione a catena include calo degli abbonamenti, contrazione dei ricavi da pubblicità e quindi redazioni al minimo. Il caso de L’Unità qui in Italia è solo un esempio tra molti sulla scena internazionale. Indipendentemente dalla connotazione politica che vuol darsi a questa vicenda, in tale discorso, purtroppo, contano i numeri, la pubblicità. I soldi. Non le idee. Perché se vogliamo parlare di quelle…la mia è che la notizia di una testata che smette di diffondere la sua voce è di per sé triste. È il pluralismo congenito alla democrazia che viene a mancare: è un lutto civico.

Ma tornando alla nostra classifica, dopo il postino, tra i mestieri più a rischio si evidenziano anche i mestieri di agricoltore, lettore di centralina, agente di viaggio, assistente di volo, tipografo ed esaminatore e taglialegna. Il rapporto, tuttavia, a fronte di questi lavori in via estinzione, stima un equilibrato ricambio con nuove ed efficienti figure professionali 3.0.

20140506-064932.jpg

È una rivoluzione copernicana questa, che sicuramente influenzerà i nostri stili di vita e la nostra vecchia visione del mondo, la cui valutazione oggettiva (positiva o negativa) sarà, però, possibile solo quando diverrà realmente effettiva. Da cliente Amazon e Kobo, quindi da lettore di ebook, e da assiduo frequentatore di librerie, voglio, tuttavia, sostenere fin da adesso che, a mio avviso, il piacere di entrare in libreria ed acquistare un libro, la sensualità che offre l’atto di sfogliare un volume intonso, quello di toccare la carta fresca di stampa e affondare il naso tra le pagine di un libro, respirandone l’odore della carta, della colla e dell’inchiostro, sono esperienze insostituibili, a cui mi rifiuto di rinunciare. Per cui, ben vengano le nuove professioni 3.0, le mail, i tablet e gli ebook reader (sui quali è possibile leggere in formato ePub e PDF anche quelle opere che per ragioni commerciali non sono state più ristampate o quei brillanti autori emergenti che incontrano non poche difficoltà a farsi conoscere dal grande pubblico) e ben venga, soprattutto, lo sviluppo ecosostenibile, ma il mio personale auspicio è che, almeno in campo editoriale, ci venga lasciata la facoltà di scelta. L’auspicio è che quello del libraio non sia un mestiere destinato a sparire. Come faremmo senza il nostro pusher di sogni? Senza il nostro rifornitore abituale di cultura? E se ai sogni aggiungo la parola cultura è perché spero che neppure il libro scientifico debba essere costretto a trasformarsi in un codice binario. Non vorrei veder chiudere le librerie universitarie per nulla al mondo. Passare il dito su un ebook non è come evidenziare una parola e glossare un testo non sarà mai paragonabile ad una nota interattiva. In fondo, lo sviluppo di internet e delle nuove tecnologiche ha ulteriormente agevolato il calo dei lettori: oggi si vuole tutto e subito e bastano i titoli dei post nella home di Facebook per farsi un’idea del mondo. Per cui, se è vero che noi consumatori di libri siamo sempre meno (spero non destinati all’estinzione), che impatto potremmo avere sull’ambiente, se poi la carta può anche essere riciclata?

BlogNomos
SEGUICI SU FACEBOOK E TWITTER

NUOVE OPPORTUNITÀ DI LAVORO CON AMAZON.

20140506-153512.jpg

Amazon, azienda leader nel settore del commercio elettronico, si espande in Italia e (ciò che più conta!) assume. La società ha, infatti, appena inaugurato il nuovo Centro di Distribuzione di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, che dovrebbe occupare circa mille dipendenti. Dopo l’annuncio di gennaio 2013 e l’ultimazione dei lavori in tempi da record (soltanto 9 mesi), il nuovo Centro di Amazon Italia Logistica Srl è adesso pienamente operativo. Per la precisione, la nuova struttura raddoppia la propria dimensione rispetto al vecchio centro di distribuzione avviato nel settembre 2011, sempre a Castel San Giovanni, arrivando ad occupare un’area di oltre 70mila metri quadrati, l’equivalente di oltre nove campi di calcio.

20140506-153614.jpg

L’azienda americana per il momento offre impiego a 426 unità, già assunte a tempo indeterminato, ma mira ad arrivare a 1.000 dipendenti entro i prossimi tre anni. Per molti di loro la collocazione sarà a tempo indeterminato, mentre altri sono destinati a sottoscrivere contratti a tempo determinato.

20140506-153709.jpg

Le figure richieste sono sia operative che di team-leader e manageriali. Sono richiesti addetti alla movimentazione delle merci, ricezioni prodotti, imballaggio, smistamento e spedizioni. Ma c’è spazio anche per ingegneri gestionali, capi reparto e amministrativi. Sono inoltre previste possibilità di tirocinio. Il candidato ideale deve essere brillante e in grado di condividere l’obiettivo di migliorare quotidianamente l’esperienza di acquisto per i clienti Amazon. Potete inviare i vostri curricula sul sito di Amazon, dove, peraltro, la società, raccontandosi brevemente, palesa non solo i propri obiettivi, ma anche gli standard che i candidati devono giustamente saper offrire. ‘Stiamo facendo la storia e la cosa bella è che abbiamo appena iniziato. Vieni a fare la storia con noi!’
Non resta che augurarvi ‘in bocca al lupo’.

MDS
BlogNomos
SEGUICI ANCHE SU FACEBOOK E SU TWITTER

1 maggio 2014

1 maggio 2014

BlogNomos

https://blognomos.com
http://blognomos.altervista.org

SEGUICI ANCHE SU FACEBOOK
Twitter @BlogNomos

TRENI SPORCHI: GIUDICE CONDANNA TRENITALIA.

20140424-153146.jpg

di Michele De Sanctis

La sentenza, di cui vi sto per parlare, riguarda i tantissimi pendolari che ogni giorno si servono della rete ferroviaria italiana per andare a lavorare o per motivi di studio. Per l’occasione, vi scrivo in diretta dal treno su cui anch’io, ogni giorno, viaggio per andare a lavoro e per tornare a casa. In realtà, la maggior parte dei miei post sono scritti in treno. Oggi, però, noto con piacere che, a dispetto della folla prefestiva, la mia carrozza è stranamente pulita. A parte il cestino dei rifiuti alla mia destra che, a giudicare dal contenuto strabordante, accoglie i resti di una colazione o forse due e di un pranzo. Oppure gli avanzi di una persona in preda a una forte crisi ipoglicemica. Ma mi basta cambiare sedile: pazienza, niente finestrino! In fondo, a che mi serve? Tanto devo scrivere! E poi quello del cestino stracolmo è il male minore che un pendolare possa affrontare. Non è vero?
E a voi? Vi è mai capitato di viaggiare tra immondizia e cattivo odore? E avete mai pensato che un’efficiente pulizia da parte di Trenitalia potrebbe rendere il vostro viaggio da pendolare meno penoso? Sapevate che la razione di germi cui quotidianamente ci sottoponiamo, alla lunga, potrebbe alterare il nostro stato di salute? Ebbene, è proprio quanto è capitato ad uno di noi.

20140424-153237.jpg

Si tratta di uno studente pendolare di Spoleto, cui purtroppo sono stati riscontrati problemi di salute causati dalle pessime condizioni igieniche delle carrozze in cui abitualmente doveva sedersi per affrontare il suo viaggio.
Questi i fatti: il ricorrente, giovane studente di giurisprudenza, tra il 2008 ed il 2009 si è trovato a viaggiare come pendolare nella tratta Spoleto-Roma su delle carrozze troppo spesso lasciate sporche: il che ha determinato un aggravarsi dei suoi preesistenti problemi asmatici.
Il Giudice di Pace di Roma, con sent. n. 41354/13, dott.ssa Concettina Cardaci, gli ha riconosciuto un indennizzo in via equitativa pari a mille euro, per danno non patrimoniale da inadempimento contrattuale, proprio a causa delle scarse condizioni igieniche del treno su cui viaggiava. “La sua domanda – si legge nella motivazione della sentenza – tesa a dimostrare la responsabilità di Trenitalia per i disagi subiti a causa delle precarie condizioni igieniche dei treni, è fondata e va accolta”, visto che il ricorrente ha documentato sia “la sporcizia dei treni in questione” sia “le negative conseguenze sulla propria salute”. Le precarie condizioni dei vagoni, sono state, infatti, “immortalate” dallo smartphone del ragazzo: una serie di istantanee, grazie a cui il giudice onorario ha riconosciuto al giovane l’esistenza della responsabilità a carico della compagnia di trasporto ferroviario. Il vettore, in verità, è sempre tenuto a garantire condizioni accettabili per il trasporto dei propri passeggeri, dovendo, peraltro, rispettare il diritto alla salute imposto dalla Costituzione. Decisive sono state, pertanto, le argomentazioni circa la lesione di un interesse tutelato dalla Carta fondamentale della Repubblica, quale, appunto, quello della salute, oltreché il superamento della soglia minima di tollerabilità e quindi l’impossibilità di assimilare tale tipo di danno a un semplice fastidio.

20140424-153313.jpg

Ricordatevi sempre, colleghi di viaggio, che nel momento in cui acquistate il biglietto del treno, o, meglio, l’abbonamento, di fatto concludete un contratto con la compagnia di trasporto, che è, dunque, obbligata a garantirvi la prestazione venduta, secondo correttezza e nel rispetto di standard qualitativi. I diritti dell’utenza sono sanciti, in primis, dalla Costituzione!
Tuttavia, poiché nel caso di specie non si poteva quantificare con certezza il danno subìto, il GdP ha necessariamente fatto ricorso alla cosiddetta valutazione equitativa. In assenza di specifiche prove sull’ammontare dei danni, infatti, la liquidazione viene effettuata sulla sola base di quanto appare più giusto al giudice. Per l’appunto, equo. Vero è che un indennizzo pure spettava a questo pendolare, tant’è che, non potendo “essere posta in dubbio la responsabilità da parte di Trenitalia consistente nella violazione delle norme che regolano l’erogazione dei servizi pubblici, ma anche dei diritti fondamentali della persona come quelli che attengono alla tutela della salute”, prosegue la sentenza, deve, comunque “essere affermato il diritto dello studente ad ottenere il risarcimento dei danni da lui subiti”, pur in carenza di criteri atti alla relativa quantificazione.
“Si tratta di una sentenza molto importante, secondo la quale il treno sporco rappresenta una violazione dei diritti fondamentali della persona previsti dalla Costituzione”. È quanto ha dichiarato Cristina Adducci, avvocato del Codacons, cui il pendolare si era, in prima istanza, rivolto per avere assistenza. La responsabilità per danni non patrimoniali, di cui all’art. 2059 c.c., infatti, ben si configura, da un lato, per inadempimento contrattuale, dall’altro è la stessa Costituzione a sancire il diritto inviolabile alla salute di ciascuno di noi. Anche dei pendolari.
Ricordatelo al signor capotreno, che incontrate ogni giorno (ormai vi conosce più del vostro migliore amico), ma fa finta di non vedere l’immondizia su cui sedete, limitandosi alla solita frase ‘Biglietti, prego!’

Ringrazio la mia Marta, avvocato, per avermi segnalato il caso di specie.

BlogNomos
SEGUICI ANCHE SU FACEBOOK
Twitter @BlogNomos

Lavoro, il nuovo tempo determinato: Ichino, Tiraboschi, Cazzola, consulenti e agenzie danno i voti alla riforma del contratto

20140407-060139.jpg

di Cristiana Gamba, pubblicato su Il Sole 24 Ore del 2 aprile 2014

Pietro Ichino, giuslavorista: voto 6
«Va salutato positivamente il fatto che con il decreto Poletti (n. 34/14) si superano alcuni limiti e vincoli in materia di contatto a termine, posti poco opportunamente dalla legge Fornero due fa», spiega il giuslavorista Pietro Ichino.
«Su questa nuova disciplina – continua – potrebbe sollevarsi un dubbio di compatibilità con le regole poste dalla direttiva europea n. 1999/70 per evitare che il contratto a termine diventi la forma normale di assunzione (la questione è dubbia)». Tuttavia, secondo l’esperto, «il vero difetto della nuova norma sta nel fatto che essa accentua l’apartheid normativo tra il mondo degli assunti a termine e quello degli assunti a tempo indeterminato. Questo difetto può essere superato con l’inserire nel decreto-legge la norma sul contratto di lavoro a tempo indeterminato a protezioni crescenti; e coll’inserire una disposizione che stabilisca una modesta indennità di cessazione proporzionata all’anzianità, sostitutiva del filtro giudiziale, identica per tempo indeterminato e determinato acausale». E conclude: «Solo in questo modo si otterrà di sdrammatizzare l’alternativa fra le due forme di contratto».

Michele Tiraboschi, giuslavorista: voto 5,5
Per il giuslavorista Michele Tiraboschi l’efficacia del nuovo contratto così come è stato scritto è più nell’immediato che non a lungo termine. «La liberalizzazione del contratto a tempo determinato – spiega – può avere effetti positivi nel breve periodo in termini di maggiore occupazione; nel lungo periodo, la deregolamentazione del lavoro a termine è sintomatica di una mancanza di visione d’insieme sulle politiche del lavoro e sull’impianto sistematico del diritto del lavoro che, anche a guardare le sorti del contratto di apprendistato, sembra ora scardinato».
Anche Tiraboschi non nega poi il rischio di un potenziale aumento del contenzioso. «Sul piano tecnico – continua – l’intervento presenta diversi profili problematici che daranno luogo a un possibile contenzioso tanto è vero che la liberalizzazione del termine non intacca il principio legislativo della centralità del lavoro subordinato a tempo indeterminato con ciò aprendo la strada a interpretazioni restrittive dei giudici specie sulle proroghe che non solo adeguatamente regolate». Resta infine sullo sfondo il rischio di incompatibilità con la direttiva 99/70/CE derivante dalla rimozione di limiti alla reiterazione di contratti a termine.

Giuliano Cazzola, docente di diritto del lavoro Università ECampus: voto 7+
Sul contenzioso torna Giuliano Cazzola. E spiega: «La riforma del contratto a termine – ammesso che l’impianto innovativo non venga depotenziato – ridurrà certamente il contenzioso. Prima, nella sua genericità, il cosiddetto “causalone” sottoponeva le imprese alla roulette russa dei tribunali».
Cazzola aggiunge altri motivi, che qualificano il provvedimento. «Se ne rafforza la centralità al momento dell’assunzione sia rispetto al classico contratto standard a tempo indeterminato, sia nei confronti delle forme atipiche, il cui utilizzo, adesso, è parecchio a rischio di sanzione dopo le modifiche a ‘’giro di vite” introdotte dalla legge n. 92 del 2012».
Secondo Cazzola «si rende marginale e meno interessante anche il ricorso ad un eventuale contratto unico a tempo indeterminato e a tutela crescente perché ben pochi datori di lavoro ne faranno uso potendo avvalersi per un triennio di un contratto a termine ‘’liberalizzato” e molto meno complicato, all’atto della risoluzione».

Luigi Brugnaro, presidente di Assolavoro: voto 7
Piena promozione arriva anche da Luigi Brugnaro, presidente di Assololavoro, l’associazione che raccoglie le agenzie di somministrazione. «L’impianto complessivo della riforma è positivo – dice – perché mira a valorizzare la flessibilità buona di cui la somministrazione rappresenta la forma più avanzata.Spesso si sottovaluta la funzione che la flessibilità svolge a favore della competitività delle imprese». E aggiunge: «Ciò detto è utile sempre ribadire che i posti di lavoro non si creano per decreto, ma attraverso un rilancio complessivo dell’economia».

Marina Calderone, presidente Consiglio nazionale Ordine dei consulenti del lavoro: voto 7
« Il Contratto a termine con queste novità normative è più libero e va maggiormente incontro alle esigenze delle aziende – dice Marina Calderone -. Si tratta di disposizioni che vanno nella direzione della buona flessibilità, anche se per rilanciare l’occupazione è necessario far ripartire l’economia. Per decreto non si creano nuovi posti di lavoro. Anche l’apprendistato sembra avere meno vincoli; ma qualche dubbio sorge sulle disposizioni relative alla formazione pubblica, resa facoltativa ma di competenza delle Regioni. Per evitare potenziali conflitti di profilo costituzionale è necessario intervenire».

Fonte: Il Sole 24 Ore

SEGUICI ANCHE SU FACEBOOK

“Vi racconto il mio laboratorio artigiano e come ho detto basta alla disoccupazione”

20140328-065349.jpg

Fonte: La Repubblica Next – La Repubblica degli innovatori del 26 marzo 2014

Dalla mancanza del lavoro ad un lavoro costruito su misura. Silvia Berra ha puntato sulla sua impresa artigiana basata sul riciclo creativo. “Vivo del principio delle 3r: riduci, riusa, ricicla. Così stimoliamo la creatività, recuperiamo la tradizione artigiana e portiamo innovazione nelle nostre case”
di GIAMPAOLO COLLETTI
@gpcolletti

Cerchioni di bicicletta e coltelli diventano lampadari da tavola, assi di legno e vasetti degli omogeneizzati si trasformano in mensole portaspezie. Il laboratorio di Silvia è un mondo affascinante, un luogo colorato, unico. E poi gli oggetti che realizza da zero sono all’insegna della competa sostenibilità ambientale, tutti frutto di un processo di riciclo e riuso.

Il suo è un laboratorio creativo con sede a Busto Garolfo, nella provincia milanese. Ha deciso di puntarci tutto dopo un periodo di disoccupazione. “Non sono capace di stare ad attendere gli eventi, mi piace crearli, far si che le cose accadano. E questa convinzione è stata il punto di partenza”. Per Silvia un vecchio oggetto può essere reinterpretato, può avere un nuovo utilizzo, può essere reinventato, invece che semplicemente buttato.
Il concetto di recupero è alla base del lavoro di Silvia. Si potrebbe dire che è parte stessa delle scelte di vita di Silvia, che ha deciso di non arrendersi e di darsi da fare. “Mesi e mesi a cercare un’occupazione, ma le risposte erano sempre vicino allo zero. Ma non mi sono fatta demoralizzare dalle situazioni, anzi ho preso il toro per le corna e ho pensato a come occupare le mie giornate”. Anche Silvia sarà protagonista al Next, la Repubblica degli Innovatori sabato 29 marzo al Teatro Piccolo di Milano.

Silvia, come sono le giornate alla ricerca del lavoro?
“Cercare un lavoro è un lavoro. Sempre connessa ad Internet per cercare nuove inserzioni, personalizzare il curriculum vitae per mettere in risalto competenze in linea con la figura ricercata, il passaparola tra amici e conoscenti. Ma è un “lavoro” che non da alcuna soddisfazione. Dalle aziende non arrivano risposte, e non esiste neanche più il classico le faccio sapere. È frustrante”.

Di cosa hai avuto più paura nel periodo di disoccupazione?
“La fiducia in se stessi è la prima conquista da maturare. Credere nelle proprie capacità è fondamentale. Poi è molto importante pianificare l’obiettivo, renderlo raggiungibile. Essere creativi anche nelle strategie per perseguirlo. Le competenze maturate come psicologa del lavoro mi hanno aiutato molto in questo percorso. Non ho avuto paura, perché mi piacciono le sfide e sono una persona determinata”.

Quanto hanno contato gli amici o la famiglia, il nuovo welfare sostitutivo anche legato agli affetti?
“Amici e famiglia mi sono stati utili per un confronto, sono ottime fonti di informazione sui nostri interessi, sul puntualizzare le nostre peculiarità e punti di miglioramento, ed infatti mi hanno aiutato a vedere da altri punti di vista le tappe da percorrere, a cogliere idee o critiche e ristrutturarle in linea all’obiettivo, alla propria mission”.

Quali sono gli oggetti che meriterebbero di essere acquistati nel tuo laboratorio?
“Tutti, perché ogni oggetto ha una sua storia, ha un suo passato e ha ritrovato un suo futuro grazie alla creatività, alla manualità ed all’artigianalità di ciascuno di noi. In questo periodo stanno andando tanto le bomboniere create per ogni occasione, rigorosamente con il principio delle 3r: riduci, riusa, ricicla”.

Cosa ti rende davvero soddisfatta?
“Certamente il fatto che anche la creatività anche dei nostri clienti viene stimolata. Ci portano vecchi oggetti, accatastati a prendere polvere in qualche soffitta, e ci chiedono di darne un nuovo utilizzo. Per esempio in questi giorni sto lavorando su un vecchio bidet in latta che diventerà un piccolo giardino zen. O ancora una struttura in ferro tutta arrugginita delle vecchie toilette che diventerà una fioriera. Di oggetti ce ne sono davvero tanti nel mio laboratorio. E io cerco di accontentare tutti i gusti e tutte le esigenze: il riciclo creativo è un piacere, stimola la creatività, recupera la tradizione artigiana, porta innovazione nelle nostre case”.

Oggi nel tuo laboratorio ospiti tanti giovani. Perché?
“Credo tantissimo nelle collaborazioni, nel team, nel gruppo. Fare network porta all’impresa un set di conoscenze, di esperienze, di interessi molto diversi. E questo diventa il valore aggiunto di Laboratorio Creativo: ospita tante creazioni diverse, da spazio alla creatività in ogni sua forma, fa conoscere il piacere del riciclo e del riuso, esalta l’artigianalità, il made in Italy”.

Un consiglio ai giovanissimi per diventare davvero “nexter”, ovvero innovatori del proprio tempo?
“Consiglio di essere sempre curiosi ed intraprendenti, di coltivare la propria passione con coerenza, di fare le cose che si hanno in mente, di puntare sulle idee nelle quali si crede. Essere coerenti è un’ottima “arma di persuasione” verso se stessi: aiuta a credere in ciò che vogliamo ottenere, accresce la nostra autostima, rende concreti i piccoli passi che ci portano verso la meta che ci siamo prefissati”.

E voi che ne pensate?

LA CONTROPROPOSTA DI CGIL

COCA COLA FORMA E RECLUTA ASPIRANTI MANAGER

20140312-064358.jpg

Sei giovane, laureato, ambizioso e in cerca di lavoro? Non vuoi accettare provvigioni, contratti part-time, lavori a chiamata o stage che non coprono neppure le spese per la benzina? Allora questa potrebbe essere l’occasione giusta per te. Coca Cola cerca il management di domani.

20140312-064414.jpg

Management Trainee Program è un programma della durata di 10 settimane che prevede due settimane di formazione in aula con esperti dell’area commerciale del gruppo Coca-Cola HBC e due mesi di lavoro sul territorio nazionale (Trento, Milano, Genova, Bologna, Firenze, Roma e Napoli). I partecipanti verranno inseriti all’interno di tre rami aziendali: vendita, distribuzione e comunicazione. I migliori avranno un contratto formativo con Coca-Cola Hellenic, la società svizzera licenziataria del marchio The Coca-Cola Company per la produzione e la distribuzione nel mercato europeo.
Questi i requisiti necessari: il candidato ideale deve essere giovane, laureato (laurea triennale e master oppure laurea magistrale) con brillante curriculum accademico e deve conoscere la lingua inglese; deve, inoltre, essere disponibile alla mobilità su tutto il territorio nazionale, possedere ottime doti di leadership e comunicazione e passione per il settore commerciale nonché orientamento al risultato.

20140312-064458.jpg

Puoi proporre la tua candidatura sul sito dell’azienda (sezione Lavoro e Carriere), registrandoti e inviando il tuo curriculum. Hai tempo fino al 28 marzo.
Il progetto è stato sperimentato per la prima volta nel 2012 e Coca-Cola HBC ha fatto sapere di 65 casi di inserimento immediato nel mondo del lavoro. È un’opportunità di formazione presso uno dei più importanti brand del mondo, per avere una chance di inserimento nel mercato del lavoro e tentare la strada del successo. In bocca al lupo!

MDS

Fonte: Management Trainee Program Spring Edition 2014