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Politica e questione morale.

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La questione morale è divenuta oggi la questione nazionale più importante. È impensabile, infatti, governare il Paese e risolvere i problemi che lo assillano se non si ristabilisce un saldo rapporto di fiducia tra i cittadini e lo Stato.

Attuale come non mai, vero?
A parlare, invece, è Enrico ‪Berlinguer‬ in un Comunicato della Direzione del P.C.I. del 27 novembre 1980.
È evidente che la questione morale è un problema storico della politica di questo Paese.

Aumentate le indennità Inail per danno biologico.

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L’incremento del 7,57% è stato disposto dal ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Enrico Giovannini, con un decreto che – in attuazione della legge di stabilità – rende disponibili per tale scopo 50 milioni nel bilancio dell’Istituto. Superato un blocco dell’adeguamento delle prestazioni che durava dal 2009

ROMA – Dal 1 gennaio 2014 aumentano del 7,57% le indennità Inail per danno biologico. E’ quanto ha disposto il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Enrico Giovannini, con un decreto che – in attuazione della legge di stabilità – rende disponibili per tale scopo fine 50 milioni nel bilancio dell’Inail. “L’aumento, disposto in via straordinaria in attesa dell’introduzione del sistema di rivalutazione automatica delle indennità, tiene conto della variazione dei prezzi al consumo – si legge in una nota emanata dal dicastero – e si applica sia agli indennizzi sia ai ratei di rendita maturati dall’inizio dell’anno”.

“Risorse significative per oltre 100mila lavoratori infortunati e tecnopatici”. “Con questo intervento si assegnano significative risorse agli oltre 100mila lavoratori infortunati e tecnopatici – dichiara nella nota Giovannini, che ha proposto il provvedimento in sede di legge di stabilità – Con il provvedimento di oggi si supera un blocco nell’adeguamento delle prestazioni che durava dal 2009 e che ha provocato effetti negativi sul loro valore reale” . In particolare – conclude la nota – sono 105mila le rendite in essere interessate dall’incremento previsto dal decreto, 55mila gli indennizzi in capitale annui e 13mila le nuove rendite del 2014.

Fonte: INAIL

http://www.inail.it/internet/salastampa/SalastampaContent/PeriGiornalisti/news/p/dettaglioNews/index.html?wlpnewPage_contentDataFile=UCM_121633&_windowLabel=newPage

(13 febbraio 2014)

Education and Training 2020.

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di Michele De Sanctis

Tra gli obiettivi di medio e lungo periodo del nostro Paese c’è quello del programma Education and Training 2020. Si tratta di una strategia di cooperazione europea che fissa il programma di lavoro degli Stati membri per il decennio 2011-2020. ET 2020 definisce gli obiettivi strategici condivisi, oltreché un insieme di principi e di metodi di lavoro comuni che fissano le priorità per ogni ciclo di lavoro, come la cooperazione tra Stati membri nell’ambito dell’apprendimento permanente, che deve fare proprio il metodo di coordinamento aperto (MCA /OMC – Open Method of Cooperation), la cooperazione intersettoriale, trasparente e concreta, risultati diffusi e periodicamente rivisti, massima compatibilità con i processi di Bologna e di Copenhagen, rafforzamento della cooperazione con i Paesi terzi e le Organizzazioni Internazionali. Gli obiettivi fissati sono:
1) fare in modo che l’apprendimento permanente e la mobilità divengano una realtà;
2) migliorare la qualità e l’efficacia dell’istruzione e della formazione;
3) promuovere l’equità, la coesione sociale e la cittadinanza attiva;
4) incoraggiare la creatività e l’innovazione, compresa l’imprenditorialità, a tutti i livelli, dell’istruzione e della formazione.
L’Italia è oggi al diciassettesimo posto nella graduatoria dei 27 Paesi dell’Unione Europea, quindi ancora lontano dal traguardo da raggiungere. Questo scenario rappresenta nel contempo una sfida e un’opportunità non indifferente per il rilancio della concertazione di politiche attive del lavoro e della formazione, che dovrebbe essere basata su una chiara visione strategica del Governo e da più efficaci politiche formative regionali e territoriali, sul ritorno ad un apporto significativo delle parti sociali, ma soprattutto sul contributo originale e innovativo del sistema di istruzione e di quello della formazione professionale.
ET 2020 è un obiettivo irrinunciabile, perché le dinamiche del mercato del lavoro sono una vera e propria emergenza sociale. Anche dinanzi al critico scenario che oggi offre il Paese rispetto a tali tematiche.
Per far fronte a questa situazione via via più critica, è necessario che il nuovo Governo, Ministri dell’Istruzione e del Lavoro, così come gli assessori regionali, intraprendano un percorso che permetta di sperimentare politiche integrate attivanti: politiche che puntino a coinvolgere responsabilmente gli attori del sistema economico e sociale, le istituzioni educative e formative e gli stessi giovani e le famiglie.
Occorre, pertanto, un riposizionamento delle politiche industriali, sulle strategie aziendali e sul rilancio delle PMI, poiché per competere sul mercato globale il nostro Paese deve basarsi su un modello medio-alto e basare l’attività produttiva su ricerca, innovazione e qualità dei prodotti.
Ciò di cui necessita l’economia italiana è un’offerta formativa più mirata, programmi di studio più intensi, attenzione maggiore alla formazione scolastica ed universitaria. Ma occorre anche una politica di orientamento allo studio e al lavoro che permetta un coinvolgimento consapevole e responsabile degli studenti e delle famiglie. Il che non vuol dire famiglie che affianchino l’attività didattica di cui la scuola, per mancanza di fondi, accorpamento di classi ed istituti e per mancanza di personale, è carente. È necessario, invece, a fronte di una scuola di buon livello, che le famiglie seguino, pur lasciandoli autonomi e responsabilizzati, gli studi dei propri figli, pretendendone la massima qualità, ossia la giusta qualità che ci si dovrebbe attendere da un servizio pubblico. È necessario, poi, che la pratica di stage e tirocini lavorativi nell’ambito di tutti i percorsi scolastici e universitari diventi obbligatoria, con un ruolo più attivo delle università nell’attività di matching tra domanda e offerta di lavoro.
Nei prossimi sei anni l’Italia deve investire sulla conoscenza. Non possiamo permetterci altri ritardi. Non possiamo permetterci di distruggere il futuro delle nostre imprese e della nostra società.