E voi che ne pensate?

LA CONTROPROPOSTA DI CGIL

Italicum, parla il giurista Azzariti: “Troppa continuità col Porcellum, la costituzionalità è a rischio”

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Fonte: MicroMega

“Su premio e preferenze la sentenza della Corte non è stata rispettata. Manca equilibrio tra rappresentanza e governabilità, l’Italicum è tutto sbilanciato su quest’ultima”. Intervista al giurista Gaetano Azzariti.

di Liana Milella, da Repubblica, 12 marzo 2014

Una legge costituzionale? «La definirei ad alto rischio». Interverrà la Consulta? «Non mancherà l’occasione». Donne non garantite? «Chi ha scritto l’Italicum non ha studiato bene la Costituzione». Il Senato escluso? «L’irrazionalità al potere». Gaetano Azzariti, docente di diritto costituzionale alla Sapienza, è critico sulla riforma e dice: «Sono molto preoccupato».

Voto sofferto alla Camera. Che ne pensa?

«Mi sembra che proseguano tutte le difficoltà che hanno caratterizzato l’ultimo biennio di travagliato dibattito sul sistema elettorale. Non mi stupisce, apparendomi l’Italicun in assoluta continuità con il Porcellum».

Beh…non è per niente un buon viatico.

«Se prendiamo in esame i tratti che caratterizzano la legge, non possiamo che constatare la continuità: un premio di maggioranza che pur avendo una soglia rimane abnorme; le liste pur sempre bloccate; la possibile pluricandidabilità nei collegi dei candidati; l’assenza di ogni norma riequilibratrice tra i sessi; la previsione di una quantità irrazionale di soglie di accesso ».

L’Italicum rischia, come il Porcellum, lo stop della Consulta?

«Mi limito a osservare che non mi sembrano rispettati i principi della sentenza della Corte pur fresca di due mesi».

Premio e preferenze, dove inciampadi più?

«Su entrambi. Quanto al premio, la Corte ha scritto che si deve evitare “l’alterazione profonda della rappresentanza democratica”, ossia del necessario equilibrio tra rappresentanza e governabilità. L’Italicum invece è tutto sbilanciato su quest’ultima. Quanto alle liste, la Corte impone il concorso dei cittadini alla scelta dei propri rappresentanti, che l’Italicum impedisce con il ricorso alle liste bloccate e con la ripartizione pluricircoscrizionale dei seggi».

Le preferenze non sono passate per 35 voti. Non è il segnale che molti avvertono questa grave lacuna?

«Tutta la discussione sulla riforma è segnata da un forte malessere, in particolare nel Pd, in cui la disciplina di partito non riesce ad arginare evidenti dissensi di fondo. Non credo che la colpa sia solo del voto segreto, ma viceversa che nel segreto del voto dilaghi un dissenso manifesto».

Una riforma solo per la Camera è una grave anomalia?

«È espressione di un’azione politica che giudico spericolata perché introduce un elemento di irrazionalità rispetto agli stessi scopidi chi sponsorizza la legge».

Prevede conseguenze negative?

«Andare alle elezioni con due sistemi così diversi tra Camera e Senato finirebbe per porre nel nulla le pretese di governabilità messe a fondamento dell’intera revisione della legge elettorale. Avremmo una sicura governabilità alla Camera e una certa assenza di possibile maggioranza al Senato. La “scommessa” della sua abolizione, a oggi, non può essere data per scontata. Ciò renderebbe difficile, se non impossibile, andare ad elezioni limitando in modo rilevante un potere del capo dello Stato».

Fino a spingerlo a non firmare la legge?

«È Napolitano che, dopo l’accordo, ha dichiarato che si sarebbe riservato di svolgere un attento esame in fase di promulgazione».

ITALICUM

La nuova legge elettorale per la Camera dei Deputati è un sistema proporzionale con premio di governabilità che assicuri la maggioranza assoluta al partito o alla coalizione vincente. Per ottenere il premio di maggioranza sarà necessario superare la soglia del 37% dei voti. Il premio è fissato al massimo al 15%, in modo da permettere al vincitore di raggiungere (senza superare) il tetto dei 340 seggi, pari, cioè, al 55%.

MDS

Piano casa, da fondo affitti a cedolare al 10%

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Fonte: ANSA

Arriva il decreto da 1,6 miliardi. Stretta sulle occupazioni abusive

ROMA – Meno tasse sugli affitti a canone concordato, abitazioni a riscatto, forti stimoli all’edilizia sociale, finanziamenti per le ristrutturazioni, fondo affitti, agenzie per la casa: approda sul tavolo del Consiglio dei ministri il piano casa da 1,6 miliardi di interventi messo a punto dal ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, la cui ossatura era già definita ma che ha preso ora una forma compiuta nel decreto legge che dovrà essere varato in giornata. Ecco, in sintesi, i punti principali del provvedimento che si muove su alcuni cardini principali: agevolare gli affitti, facilitare l’acquisto e stimolare l’edilizia sociale.

– Fondo affitti e morosità incolpevole: lo stanziamento per il Fondo nazionale per l’accesso alle abitazioni passa da 100 a 200 milioni di euro (100 quest’anno e 100 per il 2015); il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli aumenta tra il 2014 e il 2020 di 241, 4 milioni di euro (19,6 mln quest’anno).

– Affitti agevolati: i comuni e le regioni potranno attivare agenzie che dovranno favorire il reperimento di alloggi da offrire a canone concordato e favorire l’incontro tra domanda e offerta anche fornendo garanzie ai proprietari che affitteranno; scende al 10%, ma limitatamente al quadriennio 2014-2017 la cedolare secca per chi vorrà affittare a canone concordato. Restano inoltre in vigore le procedure di sfratto per morosità. Saranno infine previste detrazioni per gli inquilini di alloggi sociali, pari a 900 euro per i redditi sotto i 15.500 euro che si dimezzano a 450 euro per quelli invece sotto i 31.000 euro l’anno.

– Case occupate abusivamente: stretta su questo punto con l’impossibilità per chi occupa abusivamente un immobile non possa chiedere né la residenza né l’allacciamento ai pubblici servizi.

– Acquisto di immobili: il piano prevede la conclusione di accordi con regioni ed enti locali per l’alienazione a favore degli inquilini degli immobili ex Iacp; il ricavato sarà destinato a realizzare nuovi alloggi e a conservare gli esistenti. Fino ad un massimo di 18,9 mln anno dal 2015 al 2020 la dotazione del fondo che dovrà agevolare i finanziamenti per gli acquisti. Nel decreto anche la norma che consente di utilizzare fino a 10 mila euro di detrazioni per l’acquisto di mobili anche se le spese per le ristrutturazioni agevolate sono state di importo inferiore.

– Case a riscatto: per agevolare l’accesso alla proprietà, si prevede che il conduttore possa imputare in tutto o in parte fino alla data del riscatto i canoni di locazione in conto del prezzo di futuro acquisto dell’alloggio sociale. Il riscatto è possibile dopo 7 anni di locazione.

– Stimoli all’edilizia sociale: si prevede di aumentare l’offerta attraverso interventi di ristrutturazione ma anche di sostituzione del patrimonio e cambi di destinazione d’uso anche senza opere.

Funzione ispettiva: una campagna mediatica ai danni dei cittadini

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Di fronte a quanto sta accadendo in seguito al tragico evento di Casalnuovo e alla campagna mediatica contro la funzione esercitata dalla Direzione Territoriale del Lavoro di Napoli non si può restare indifferenti. Il caso, lo ricorderete perché anche noi abbiamo riportato la notizia, è quello del panettiere Eduardo de Falco, suicidatosi in provincia di Napoli dopo la notifica di una sanzione di duemila euro proveniente dagli Uffici della DTL partenopea.
L’attività degli ispettori del lavoro della Direzione Territoriale di Napoli è ad oggi sospesa per la grave situazione di tensione creatasi dopo il tragico episodio. I sindacati dei 90 ispettori, che coprono il territorio della provincia di Napoli, hanno, infatti, indetto lo stato di agitazione, che comporta lo stop alle ispezioni sui luoghi di lavoro. Non sappiamo come potremo operare in futuro – ha detto ai giornalisti il Segretario Generale del Ministero del Lavoro, Paolo Pennesi, inviato a Napoli dal Ministro Poletti – non ho risposte in tasca. Certo – ha aggiunto – non potremo continuare ad operare come abbiamo fatto finora, perché oggi non siamo in una situazione di normalità.

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Al Ministero, i dipendenti della DTL hanno chiesto sostegno, dopo le dure critiche rivolte agli Ispettori del lavoro. E sostegno giunge anche dai vertici dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale. In un comunicato stampa, l’INPS denuncia la violenta campagna mediatica tesa a denigrare l’operato di alcuni Ispettori del Lavoro della DTL di Napoli, “colpevoli”, secondo talune dichiarazioni riportate a mezzo stampa e da manifesti cittadini, di aver adempiuto con zelo ai loro compiti istituzionali.
Non è solo la funzione ispettiva del Ministero del Lavoro ad essere nel mirino. Anche INPS e INAIL sono stati chiamati in causa. E anche per questo recentemente, in una lettera aperta, il Direttore Generale dell’INAIL si è associato alle espressioni di solidarietà che il Ministro Poletti ha indirizzato ai suoi Funzionari di Vigilanza, riconoscendo ad essi un grande senso di responsabilità e del dovere, pur in presenza di un disagio economico e sociale che rende ancor più difficile l’assolvimento della funzione.
Stiamo assistendo, in effetti, ad un vero e proprio tiro al bersaglio nei confronti del personale dei Ministeri e degli Enti Pubblici che assolvono alla funzione ispettiva di vigilanza sui luoghi di lavoro, tenuti ad applicare le leggi di questo Stato senza alcun potere discrezionale.

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Quanto accaduto a Casalnuovo rappresenta un drammatico segnale del disagio sociale vissuto nel nostro Paese, ma i mezzi di comunicazione e alcuni movimenti politici preferiscono alimentare il clima di tensione attraverso una grave confusione informativa anziché aiutare a fare chiarezza.
L’esigenza di avere una diversa legislazione in materia di lavoro, che tenga conto della grave situazione imprenditoriale ed economica che attraversa il nostro Paese, è condivisa anche dagli addetti ai lavori ma, purtroppo, si deve prendere atto che il Legislatore sembra avere difficoltà a trovare soluzioni normative concrete in grado di risolvere gli attuali problemi. È, però, indispensabile – come si legge nella richiamata nota dell’INPS – chiarire all’opinione pubblica, al fine di evitare le tante vergognose strumentalizzazioni in atto, che gli Ispettori hanno l’obbligo di applicare le leggi e non certo di interpretarle. Compito che svolgono quotidianamente in contesti territoriali difficili, in condizioni di grave disagio e di persistente impatto con una diffusa criminalità. La loro è una impari lotta (per l’assenza di mezzi e risorse economiche dovute ai tagli perpetrati in tutti questi anni dai Governi fin qui succedutisi) contro il lavoro nero, l’evasione e l’elusione contributiva, il fenomeno delle “morti bianche”.

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A prescindere da quanto abbiamo letto e sentito nelle ultime settimane e nel massimo rispetto per la famiglia dell’imprenditore defunto, anch’io, che sono un semplice cittadino come voi, ritengo necessario ribadire che se la funzione ispettiva assolve esclusivamente ad obblighi di legge, gli ispettori del lavoro e di vigilanza non intraprendono battaglie personali contro i datori di lavoro, ma, semplicemente, fanno il proprio dovere. Vi sentireste mai colpevoli di fare il vostro lavoro? Cosa dovrebbe fare un funzionario di vigilanza di fronte ad una violazione? Guardare dall’altra parte? Non vi lamentereste piuttosto del contrario se gli ispettori non facessero il loro lavoro, pur percependo uno stipendio pagato con soldi pubblici. Cosa devono fare allora: lavorare o essere fannulloni? Perché se devono lavorare ricordiamoci sempre che quel tipo di lavoro comporta ispezioni e sanzioni, della cui riscossione siamo noi cittadini i primi beneficiari. E siamo quindi noi le prime vittime di questa campagna mediatica contro la funzione ispettiva. Allora, fannulloni o efficienti? Come li vuoi i tuoi funzionari? Italia, deciditi!

LA RIPRESINA…

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RIFINANZIATI GLI INCENTIVI PER L’AUTOIMPIEGO E L’AUTOIMPRENDITORIALITA’ GESTITI DA INVITALIA

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La legge che agevola l’Autoimpiego (D.L. n. 185/2000 – Titolo II) costituisce il principale strumento di sostegno alla realizzazione e all’avvio di piccole attività imprenditoriali da parte di disoccupati o persone in cerca di prima occupazione.

Avvisiamo chiunque fosse interessato che sono stati rifinanziati con 80 milioni di euro gli incentivi per l’Autoimpiego e l’Autoimprenditorialità gestiti ai sensi del D.L. 185/00 da Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione d’investimenti e lo sviluppo d’impresa SpA già Sviluppo Italia. E’ possibile, pertanto, presentare nuove domande di ammissione alle agevolazioni per iniziative da realizzarsi esclusivamente nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia: la sede legale, operativa ed amministrativa deve essere ubicata in una di queste regioni. La misura sostiene la realizzazione e l’avvio di piccole attività imprenditoriali da parte di disoccupati o persone in cerca di prima occupazione, mediante la concessione di agevolazioni finanziarie (contributo a fondo perduto e mutuo a tasso agevolato) e di servizi di assistenza tecnica per tre tipologie di iniziative:

Lavoro Autonomo (in forma di ditta individuale), con investimenti complessivi previsti fino a € 25.823

Microimpresa (in forma di società), con investimenti complessivi previsti fino € 129.114

Franchising (in forma di ditta individuale o di società), da realizzare con Franchisor accreditati con Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione d’investimenti e lo sviluppo d’impresa.

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Per accedere alle agevolazioni occorre presentare una domanda on line che contenga una illustrazione del piano d’impresa, ai fini di evidenziare la coerenza tra il profilo del soggetto promotore e l’iniziativa imprenditoriale, insieme alla sua validità tecnica economica. Per poter accedere alle agevolazioni, inoltre, è previsto un colloquio finalizzato alla verifica del possesso delle conoscenze e competenze necessarie alla realizzazione dell’iniziativa proposta.

Inoltre Invitalia, al fine di disincentivare comportamenti non corretti da parte dei beneficiari delle agevolazioni, ha avviato, in attuazione di un accordo sottoscritto con la Guardia di Finanza, un processo di monitoraggio dell’intero ciclo dei finanziamenti concessi.
I controlli verranno effettuati nelle diverse fasi di valutazione del progetto, dall’istruttoria all’erogazione delle agevolazioni.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha autorizzato l’Agenzia alla riscossione coattiva, tramite iscrizione a ruolo, dei crediti vantati nei confronti dei beneficiari delle agevolazioni per l’Autoimpiego. Invitalia per il recupero del credito si avvale dei servizi di Equitalia Spa.

È, infine, prevista una dotazione finanziaria specifica, a valere sul Programma Operativo Interregionale “Attrattori culturali, naturali e turismo” FESR 2007/2013, Asse 2, Ob. Op. II.1. per lo sviluppo delle imprese turistiche e/o connesse alla fruizione culturale e naturalistica degli attrattori ricadenti nei Poli di attrazione culturali, naturali e/o paesaggistici localizzati nei Comuni delle regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

Per ulteriori informazioni e documentazioni, vi invitiamo a visitare il sito ufficiale dell’iniziativa

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Matteo Renzi: Cgil, Cisl e Uil all’attacco del premier per paura di diventare irrilevanti

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Fonte: Huffington Post
di Giacomo Galanti

Ormai è quasi una lotta senza quartiere. Il rapporto, se mai ce n’è stato uno, tra i grandi sindacati confederali e il presidente del Consiglio Matteo Renzi è sempre più logoro. È evidente il timore delle associazioni di categoria di essere messe all’angolo e non contare più nulla. Questo proprio nel momento in cui il premier si appresta a tagliare le tasse dei lavoratori, senza convocare i loro rappresentanti. Mettendo di fatto in soffitta l’antica concertazione.

Allora viene quasi automatico chiamare “nuovo” Pd il partito guidato da Renzi come il new labour di Tony Blair. Il primo ministro progressista che conquistò il suo partito e poi governò il Regno Unito per 10 anni andando contro i veti dei sindacati. Con cui Blair si scontrò appena arrivato al vertice del partito, facendo riformare la clausola IV dello statuto laburista, che proponeva la proprietà comune dei mezzi di produzione, ed eliminando così ogni elemento di comunismo e socialismo reale dal Renzi, come il suo esempio inglese, non ha peli sulla lingua. E domenica scorsa, nel salotto di Fabio Fazio, è tornato a infierire sui sindacati con parole che possono essere parafrasate maliziosamente con un verso del suo illustre concittadino Dante Alighieri: “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”. La leader della Cgil Susanna Camusso e quello della Cisl Raffaele Bonanni lo hanno capito bene. Tanto che i due non lasciano passare un giorno senza lanciare un attacco contro il primo ministro.

Ma davanti alla forza e al decisionismo di Renzi, proprio Bonanni ha capito che l’unico modo per farsi sentire è unirsi nella lotta. “Il perire della Cgil – ha detto – corrisponde al perire nostro”. Il segretario della Cisl attacca “i populisti della politica” e lancia un appello alla coesione: i sindacati possono “essere diversi sì, ma non avere l’esigenza di staccarsi – ha spiegato -. Bisogna tenere in piedi una relazione comune per non dare il fianco ai nemici del sindacato”.

E contro il modus operandi scelto dal premier sul jobs act, Bonanni ha attaccato: “Renzi ha detto stamattina che sul Jobs act presenta un disegno di legge. Il disegno di legge significa che deve essere costruito il disegno, che poi passa per le commissioni, poi, se va bene, arriva in Parlamento e in tutto questo non si discute con nessuno. Auguri”. Insomma, agli occhi dei sindacati era quasi meglio l’austero Mario Monti – che comunque li convocava anche se a cose già fatte – piuttosto che lo strafottente presidente del Consiglio democratico.

Non va giù nemmeno il legame che si sta instaurando tra Renzi e Maurizio Landini della Fiom. Dietro a questa relazione ‘privilegiata’, è facile vedere come il premier voglia evidenziare la sua preferenza per un leader movimentista in contrapposizione con la conservazione rappresentata dalla triplice e dai suoi segretari.

Tanto che Camusso rispedisce al mittente l’accusa di “antichità”: “Devo dire – ha spiegato – che per chi si è presentato al Paese con l’idea che avrebbe cambiato verso, avrebbe introdotto il nuovo e cambiato tutto, usa degli argomenti di una antichità straordinaria”. “Nella nostra memoria – ha aggiunto il segretario della Cgil – penso che di governi che si sono presentati nella logica dell’attacco al sindacato ne abbiamo una lunga sequenza, anche se si è trattato di attacchi fatti con modalità diverse”. “Ma in realtà – ha continuato – con una idea in fondo antica, quella di immaginare che si può prescindere dal lavoro e dalle sue forme organizzate quando si disegna la direzione del Paese. Questa è la cosa che colpisce di più in questi giorni”. La sfida, appunto, non accenna a fermarsi.

COCA COLA FORMA E RECLUTA ASPIRANTI MANAGER

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Sei giovane, laureato, ambizioso e in cerca di lavoro? Non vuoi accettare provvigioni, contratti part-time, lavori a chiamata o stage che non coprono neppure le spese per la benzina? Allora questa potrebbe essere l’occasione giusta per te. Coca Cola cerca il management di domani.

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Management Trainee Program è un programma della durata di 10 settimane che prevede due settimane di formazione in aula con esperti dell’area commerciale del gruppo Coca-Cola HBC e due mesi di lavoro sul territorio nazionale (Trento, Milano, Genova, Bologna, Firenze, Roma e Napoli). I partecipanti verranno inseriti all’interno di tre rami aziendali: vendita, distribuzione e comunicazione. I migliori avranno un contratto formativo con Coca-Cola Hellenic, la società svizzera licenziataria del marchio The Coca-Cola Company per la produzione e la distribuzione nel mercato europeo.
Questi i requisiti necessari: il candidato ideale deve essere giovane, laureato (laurea triennale e master oppure laurea magistrale) con brillante curriculum accademico e deve conoscere la lingua inglese; deve, inoltre, essere disponibile alla mobilità su tutto il territorio nazionale, possedere ottime doti di leadership e comunicazione e passione per il settore commerciale nonché orientamento al risultato.

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Puoi proporre la tua candidatura sul sito dell’azienda (sezione Lavoro e Carriere), registrandoti e inviando il tuo curriculum. Hai tempo fino al 28 marzo.
Il progetto è stato sperimentato per la prima volta nel 2012 e Coca-Cola HBC ha fatto sapere di 65 casi di inserimento immediato nel mondo del lavoro. È un’opportunità di formazione presso uno dei più importanti brand del mondo, per avere una chance di inserimento nel mercato del lavoro e tentare la strada del successo. In bocca al lupo!

MDS

Fonte: Management Trainee Program Spring Edition 2014

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