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INCIDENTI STRADALI: ECCO L’APP PER LA CONSTATAZIONE AMICHEVOLE.

La società si evolve sempre più velocemente, il web 2.0 non è più il futuro, ma una realtà con cui ci misuriamo ogni giorno. Perfino adesso, mentre leggete questo post condiviso su un social network dalla piattaforma di WordPress, avete la possibilità di interagire con altri lettori o con lo stesso autore dell’articolo. Siamo talmente dentro questa rete che ci avvolge da risultare tutti – chi più chi meno – interconnessi, anche chi ne farebbe volentieri a meno: la dimensione social non riguarda solo il diario di Facebook o il profilo Twitter, né le foto condivise su Instagram o i video uploadati su YouTube. Il web 2.0 è penetrato un po’ dappertutto: condividiamo informazioni di ogni genere e in ogni modo, interagendo con altri internauti a volte quasi inconsapevolmente, con una semplice pressione del dito sul display del nostro smartphone. Così come accade, ad esempio, quando utilizziamo un’app per la navigazione, come (ne cito una tra le principali, perché è quella che personalmente uso più spesso) può essere Waze, che non solo consente l’accesso dal nostro profilo Facebook, ma, soprattutto, permette la condivisione di notizie con gli altri utenti. Prima fra tutte la segnalazione degli autovelox.

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Ecco, pensiamo alle implicazioni che il web offre in un luogo ‘aperto’ e ‘reale’ come la strada. Se, infatti, la strada, con le app per la guida assistita, è già approdata nel web 2.0, perché non sfruttare tutte le altre possibilità che la tecnologia offre agli automobilisti? Perché limitarsi solo alla navigazione, quando lo smartphone potrebbe essere impiegato nei modi più diversi? E non mi riferisco solo al pagamento del pedaggio in autostrada. Quante volte vi è capitato di rimanere coinvolti in un sinistro stradale o di assistervi e di utilizzare la fotocamera del telefono per immortalare i danni sui veicoli e la posizione degli stessi al momento dello stesso? E quante volte avreste voluto compilare il CID, ma né voi né la controparte avevate un modulo disponibile a bordo del veicolo? O, pur avendolo, non sapevate come compilarlo? Ebbene, quello della constatazione amichevole di incidente non è più un problema. Lo resta, è vero, il sinistro e sarebbe bello che qualcuno inventasse un’app per evitarne, ma visto che non è ancora possibile, vediamo come, per il momento, il nostro prezioso smartphone può esserci d’aiuto in simili circostanze.

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Per esempio, grazie ad un’applicazione di nuova generazione possiamo, già da adesso, evitare i classici moduli cartacei in copia carbone, inviare comodamente al nostro assicuratore le immagini della dinamica del sinistro ed avere, peraltro, una guida costante per conoscere i cosiddetti ‘punti neri’, ossia quelle zone più pericolose lungo il tratto di strada che stiamo percorrendo. L’app in questione si chiama Sa Free ed è disponibile per il download gratuito sia in AppStore che su Google Play. Una volta terminata la compilazione dei dati e della dinamica dell’incidente, l’app consente di spedirli con un semplice clic alla propria compagnia assicurativa, tra l’altro risparmiando agli operatori degli uffici sinistri quell’attività di decifrazione/interpretazione dei nostri geroglifici, cui per necessità sono abituati da sempre, o meglio rassegnati. Sa Free è stata realizzata da ‘Sicurezza e Ambiente’, una delle maggiori aziende in Italia specializzate nel servizio di ripristino ed è offerta gratuitamente proprio per raggiungere il più ampio numero di automobilisti.

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Addio, dunque, ai vecchi fogli gialli e azzurri e, grazie alla fotocamera dello smartphone, addio, forse, anche a quella vecchia pratica di italico conio, che, in frode alle assicurazioni, mirava, talora con la complicità del carrozziere, a gonfiare i danni del veicolo. Già, perché, come si accennava poc’anzi, con Sa Free, attraverso la compilazione del modulo ‘Ispezione veicolo’, si potranno fornire alla compagnia assicurativa le foto e le condizioni del veicolo, usufruendo, peraltro, in vista del rinnovo della polizza, di uno sconto sul premio. I dati immessi nell’app saranno immediatamente visualizzabili e fruibili nella sezione dedicata del portale di ‘Sicurezza e Ambiente’, garantendo, così, la certificazione del mittente e il momento della compilazione.

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Sempre per tale fine, la stessa azienda ‘Sicurezza e Ambiente’ lancerà a breve sul mercato un nuovo tipo di scatola nera, che verrà chiamata ‘Memory Box plus’: una sorta di cervellone elettronico operativo anche in assenza di segnale Gps, grazie ad una semplice Sim card, che potrà ricostruire ogni movimento del veicolo, senza lasciare dubbi sulla traiettoria dell’incidente, contribuendo a ridurre la piaga della frode assicurativa, il cui costo sociale, è bene ribadirlo, è sostenuto dalle persone oneste, a fronte dell’innalzamento dei costi delle assicurazioni per RCA.

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Si spera che la novità possa avere un’ampia diffusione, in un Paese come il nostro dall’elevato numero di sinistri. Solo nel 2013 sono stati 182.700 gli incidenti con lesioni a persone. Il numero dei morti è stato di 3.400, mentre i feriti sono stati 259.500. Il tutto con costi a carico della collettività elevatissimi.

MDS
Redazione
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RC AUTO: STANGATA IN ARRIVO E RIFORME SUL TAVOLO DEL GOVERNO. COME CORRERE AI RIPARI!

Stando alle curve dei grafici, negli ultimi tre anni il premio per l’assicurazione RC Auto è sceso. Noi, forse, non ce ne siamo accorti, ma, mentre tra il 2004 e il 2010, questa tipologia di polizze, anno dopo anno, ha fatto registrare costanti e continui aumenti, dal 2011 non ci sono stati ulteriori rincari. È stato, infatti, il 2010 l’anno in cui i prezzi hanno raggiunto il loro picco massimo. Tuttavia, con il 2015 potrebbe arrivare una nuova stangata: a dichiararlo sono state le principali associazioni nazionali dei consumatori, che, proprio in previsione di questa probabile inversione di tendenza, hanno dato l’allarme.

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di Michele De Sanctis

La fonte che anticipa questa novità è Segugio.it, su cui troviamo i dati rilevati da Adusbef e Federconsumatori con riferimento al periodo 2004-2013. I dati mostrano, appunto, come in quest’arco temporale i costi medi delle RC Auto siano più che raddoppiati, da 391 euro nel 2004 a quasi 1250 nel 2013 (un aumento di circa 859 euro, pari al 235%). Il trend ascendente ha, tuttavia, subìto un’inversione dopo il picco del 2010. Inversione dovuta anche al ridotto utilizzo che gli italiani, a causa della crisi, hanno iniziato a fare di auto e moto per spostarsi, con conseguente calo degli incidenti e relativa discesa dei premi. E se nel 2010 abbiamo raggiunto il punto massimo finora registrato dalla curva dei costi, nel 2014 questa discesa ha toccato il punto più basso mai rilevato negli ultimi dieci anni. Ma, proprio per questo, nel 2015 tale curva è destinata a riprendere la sua salita.

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Per noi automobilisti può, allora, risultare utile verificare se è il caso o meno cambiare assicurazione. L’obiettivo non è solo il risparmio, ma anche quello di assicurarsi un livello più basso di polizza. Comunicare di voler cambiare assicurazione, in effetti, non vuol dire solo pagare meno con una nuova compagnia, ma anche riuscire a negoziare condizioni migliori col vecchio assicuratore. Per esempio, concordando delle modifiche contrattuali, si può raggiungere un massimale RC più elevato: cioè, in caso di incidenti gravi si è più tutelati. La rinegoziazione dei termini contrattuali non è ipotesi peregrina: in questo momento, infatti, le compagnie potrebbero essere disposte a concedere qualcosa in più per non perdere il vecchio cliente o per conquistarne uno nuovo. Certo, dipende sempre dal cliente…per intenderci, quel tipo di persona, che non scambia la RCA per una sorta di ammortizzatore sociale, simulando incidenti e cambiando assicuratore subito dopo essersi fatto conoscere. Un altro esempio di condizioni vantaggiose a costo zero è quella di una rivalsa più permissiva. Da qualche tempo, i tanti comparatori sul mercato (segugio.it; facile.it; cercassicurazioni.it; mybestoption.it, ad esempio) danno molta enfasi a questo tipo di aspetti. Oppure potreste ottenere qualche vantaggio con la cosiddetta formula di guida. Le formule di guida sono tre: esperta, guida a conducenti indentificati e libera. Di norma, più selettiva è la formula di guida adottata e meno si paga. Facciamo un esempio pratico per capire meglio: se sono solo io a guidare la mia macchina, ho una riduzione del premio assicurativo, ma non posso farla guidare a nessun altro.

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Un’ulteriore opportunità di risparmio arriva dal settore bancario. Gli istituti di credito si stanno spostando sempre di più sul ramo danni e dunque anche sui prodotti relativi alla RC Auto. Alcuni istituti, ad esempio, offrono polizze scontate sulla base dei chilometri percorsi. Va detto, però, che questo tipo di condizioni ormai sono praticate anche dalle altre compagnie assicurative e che, nel caso delle banche, la contropartita spesso consiste nella sottoscrizione di prodotti della banca stessa o di titoli azionari. Valutate, quindi, caso per caso se questo tipo di scelta vi convenga davvero o no.

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Sul versante normativo, nei prossimi mesi per tutti gli automobilisti e motociclisti sarà utile seguire l’attività del Governo, visto che sul tavolo del Consiglio dei Ministri è tornata la riforma del settore RC Auto, cui aveva già messo mano l’esecutivo di Enrico Letta. Ricorderete senz’altro le numerose polemiche che sul punto c’erano state tra dicembre 2013 e l’inizio dell’anno. Ebbene, seppur inizialmente stralciata dal decreto Destinazione Italia, con rinvio senza data a separata disciplina, la riforma del mercato assicurativo ora potrebbe tornare nelle vesti di decreto o all’interno del disegno di legge sulla concorrenza. Stando ai primi rumors diffusi dalla stampa, la riforma dovrebbe eliminare i tanti obblighi vigenti, a partire da quello dell’ispezione preventiva, anche se il cliente potrà comunque sottoporvi il proprio veicolo, in cambio, però, di riduzioni e sconti predeterminati sul premio. Quanto all’installazione delle cosiddette black box, le imprese potranno offrirla a carico proprio, stante, anche in questo caso, l’obbligo di ridurre il premio in misura minima prefissata e di accettare i risultati delle registrazioni come prova in giudizio. Le scatole nere potranno essere proposte anche per le moto.

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In caso di sinistro, le assicurazioni potranno avvalersi del risarcimento in forma specifica per i danni ai veicoli entro 60 giorni. In altre parole, il veicolo incidentato sarà obbligatoriamente riparato entro tale periodo, per essere poi revisionato, pena il rischio di una segnalazione al Dipartimento del Ministero dei Trasporti che si occupa di omologazioni e sicurezza stradale. Ad ogni buon conto, le compagnie assicurative non potranno in alcun caso limitare la libertà di scelta dell’assicurato per quanto concerne l’officina a cui rivolgersi per le necessarie riparazioni. A liquidare il danno sarà, però, l’assicurazione del responsabile civile: verrà, quindi, meno il meccanismo di indennizzo diretto, introdotto dal D.Lgs 209/2005. Inoltre, i nuovi contratti assicurativi dovranno specificare in maniera palese le variazioni di premio in base al meccanismo del bonus/malus.

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Da ultimo, si evidenzia che stavolta non sono stati riproposti quei punti della prima stesura del governo Letta su cui l’opinione pubblica si era maggiormente scontrata. Nulla, infatti, è stato detto circa l’obbligo di inserire nel contratto clausole che prevedano prestazioni di servizi medico-sanitari a fronte di una riduzione del premio, mentre sembra che sia definitivamente saltato il termine decadenziale di 90 giorni dalla data del sinistro per presentare richiesta di risarcimento.

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SE NON INDOSSI LA CINTURA DI SICUREZZA, POTRESTI PERDERE IL DIRITTO AL RISARCIMENTO. LO HA STABILITO LA CASSAZIONE.

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di Michele De Sanctis

Restare coinvolti in un sinistro stradale, potrebbe danneggiare le nostre tasche, anche se l’incidente l’abbiamo subito. È quanto risulta dalla decisione assunta dalla Suprema Corte di Cassazione con sentenza n. 7777/2014. Il Giudice di Legittimità ha, infatti, stabilito che sebbene il diritto al risarcimento danni non possa essere negato per il semplice rilievo che l’infortunato, al momento dell’impatto, non indossasse la cintura di sicurezza, è ammissibile – ed è questa la novità – che il responsabile civile (debitore) potrebbe rifiutare in tutto o in parte di tenere indenne il danneggiato per un danno, che, con l’utilizzo della cintura, poteva essere evitato.

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Sostanzialmente, ciò che il giudice dovrà accertare, d’ora in avanti, sarà se e in che misura la mancata ottemperanza all’obbligo di allacciare la cintura abbia potuto influire sul danno alla persona. Si tratta, pertanto, di valutare l’incidenza del fatto colposo del danneggiato nella produzione dell’evento dannoso, ai sensi e per gli effetti dell’art.1227 c.c.: ma parliamo dei soli postumi che eventualmente residuino in conseguenza del sinistro e, in generale, del danno alla persona, non anche dei danni ai veicoli.
Per quanto, invece, concerne l’onere della prova, la Corte ha deciso che sia il danneggiante a dover dimostrare che la vittima, con la diligenza ordinaria, in questo caso indossando la cintura, avrebbe potuto evitare i danni di cui chiede il risarcimento.

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