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RICORDANDO GIANNI RODARI.

Il 14 aprile di 34 anni fa moriva a Roma Gianni Rodari, autore di libri per ragazzi (e non solo) e grande pedagogista.

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“Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo”.
Con queste sue parole, noi di BlogNomos vogliamo ricordare il papà dei libri d’infanzia, con cui i nostri genitori ci hanno trasmesso l’amore per la lettura, che, sola, ha il potere di rendere l’uomo libero: è questo il messaggio più grande che il Maestro Rodari ha lasciato in eredità alle future generazioni. E che noi coltiviamo, con l’auspicio che anche i nostri figli e nipoti possano crescere con questi stessi valori.

Grazie, Gianni!
MDS

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Per l’occasione, vi salutiamo con una favola al telefono.

IL PALAZZO DI GELATO

Una volta, a Bologna fecero un palazzo di gelato proprio in Piazza Maggiore, e i bambini venivano da lontano a dargli una leccatina.

Il tetto era di panna montata. Il fumo dei comignoli di zucchero filato, i comignoli di frutta candita. Tutto il resto era di gelato: le porte di gelato, i muri di gelato, i mobili di gelato. Un bambino piccolissimo si era attaccato ad un tavolo e gli leccò le zampe una per una, fin che il tavolo gli crollò addosso con tutti i piatti, e i piatti erano di gelato al cioccolato,il più buono.

Una guardia del Comune, ad un certo punto, si accorse che una finestra si scioglieva. I vetri erano di gelato alla fragola, e si squagliavano in rivoletti rosa. “Presto!” gridò la guardia. “Più presto ancora”. E tutti giù a leccare più presto, per non lasciare andare perduta una sola goccia di quel capolavoro. “Una poltrona!” implorava una vecchiettina che non riusciva a farsi largo fra la folla.

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“Una poltrona per una povera vecchia. Chi me la porta? Coi braccioli, se é possibile”. Un generoso pompiere corse a prenderle una poltrona di gelato alla crema e pistacchio, e la povera vecchietta, tutta beata, cominciò a leccarla proprio dai braccioli.

Fu un gran giorno, quello e per ordine dei dottori nessuno ebbe il mal di pancia. Ancora adesso, quando i bambini chiedono un altro gelato, i genitori sospirano: ” Eh, già, per te ce ne vorrebbe un palazzo intero, come quello di Bologna”.

da Gianni Rodari ‘Favole al telefono’ Einaudi, 1962

IL BIBLIOMOTOCARRO. UNA FAVOLA CONTEMPORANEA.

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di Michele De Sanctis

Sono anni che Antonio, maestro lucano, è andato in pensione. Ma non ha perso l’entusiasmo e l’energia di insegnare. Di trasmettere ai più giovani l’amore per la lettura. Questa è la storia del maestro La Cava che da oltre dieci anni gira la Basilicata e le regioni limitrofe con un’Ape azzurra carica di libri per ragazzi, il bibliomotocarro. Si tratta di una biblioteca mobile che Antonio porta quotidianamente nei vari paesi lucani, affrontando tantissimi chilometri al giorno. Il bibliomotocarro è attrezzato con scaffali pieni di libri e materiale per scrivere. I ragazzi che prendono in prestito i libri di Antonio, spesso raccolgono le proprie impressioni su questo materiale che restituiscono insieme al libro e che il maestro poi conserva con cura.
Dopo 42 anni di onorato servizio, Antonio La Cava, originario di Ferrandina, vicino Matera, girando la sua regione ha distribuito oltre 20.000 volumi, così contribuendo a diffondere la cultura del libro e della lettura anche nelle zone più isolate dell’aspro territorio lucano, fino ad arrivare nelle scuole, dov’è stata allestita una cassetta azzurra (come l’Ape 50 di Antonio) per la riconsegna dei libri.

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È una bella storia questa. Una favola moderna che sembra uscire dalle pagine di uno dei libri di Antonio, che, a sua volta, sembra il protagonista di un romanzo per ragazzi: uno di quei maestri illuminati narrati da Mario Lodi e coraggiosi come il maestro di Pietralata di Albino Bernardini. È una storia dal fascino dei racconti Gianni Rodari e la magia di Bianca Pitzorno. E che profuma di carta stampata e di speranza.
In un’epoca in cui il mondo viene osservato da un display, in cui l’immaginario è soltanto descrittivo, poiché la visione lascia ben poco spazio alla fantasia, il bibliomotocarro riaccende i sogni dei più giovani. E anche dei più grandi come me…

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E se Calvino insegnava che un classico è un libro che non smette mai di dire quel che ha da dire, mentre scrivo in questo treno grigio e freddo su cui adesso viaggio, provo anch’io a riaccendere la fantasia: chiudo gli occhi per un istante e mi immagino a bordo della freccia azzurra di Rodari, che, come il bibliomotocarro avanza verso i giovani lettori, così transitava sui binari della solidarietà, per correre verso un futuro migliore.

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